Il 30 dicembre a palazzo Chigi si era gia’ svolto un vertice al quale avevano partecipato, oltre al premier Meloni e al sottosegretario Mantovano, i ministri Tajani, Piantedosi e Crosetto. Per un esame sulla strategia da adottare nella sponda meridionale del Mediterraneo. Oggi nella sede del governo c’e’ stato un altro vertice, alla presenza della premier, del responsabile dell’Interno, dei vertici dell’Intelligence e dei vicepremier Salvini e Tajani. Proprio quest’ultimo sara’ in Turchia, Tunisia e Libia. Non si esclude inoltre una tappa del presidente del Consiglio Meloni in Algeria.

Ieri il responsabile della Farnesina ha avuto un colloquio con il ministro degli Esteri di Tunisi sulle partenze dei migranti, chiedendo “assicurazioni al governo tunisino perche’ ci siano maggiori controlli e perche’ siano rispettati gli accordi per il rimpatrio dei tunisini arrivati in modo irregolare”. L’obiettivo insomma e’ quello di frenare le partenze ma, come ha sempre sottolineato il presidente del Consiglio, occorre agire direttamente sul fronte Sud del Mediterraneo. Prende dunque il via il cosiddetto ‘piano Mattei’.

“Credo che l’Italia debba farsi promotrice di un ‘piano Mattei’ per l’Africa, un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Unione Europea e nazioni africane”, aveva sostenuto Meloni durante il suo discorso di insediamento di fine ottobre alla Camera dei deputati. “Noi non entriamo piu’ come degli estranei in questi Paesi ma in un ambito di cooperazione”, sosteneva il fondatore di Eni, morto nel 1962. Collaborazione con i paesi africani e del Nord Africa. Il 9 e 10 febbraio Meloni partecipera’ al Consiglio Ue dedicato proprio al tema dell’immigrazione.