Tassi BCE: nell’ultimo periodo la Banca Centrale Europea ha iniziato ad aumentare i tassi di interesse di riferimento ad un ritmo accelerato, andandoli ad innalzare addirittura di 250 punti base negli ultimi 5 mesi appena trascorsi.

Pochi giorni fa, dopo aver raggiunto quella che è la “zona di normalizzazione”, nella quale la politica monetaria non incide sull’inflazione, non andando né a stimolarla e né a frenarla, il governatore della Banca di Francia, nonché membro del Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea, Francois Villeroy de Galhau, ha espresso la possibilità che i tassi BCE molto probabilmente sarebbero stati nuovamente ritoccati al rialzo.

Ed infatti, così è stato e così era stato confermato anche da molte altre personalità appartenenti alla BCE, compresa la Lagarde.

Nello specifico, ecco quali sono state le parole di Francois Villeroy de Galhau alla commissione finanze del Senato francese:

“Nel 2023, molto probabilmente saranno necessari nuovi aumenti dei tassi di interesse nei prossimi mesi, a un ritmo pragmatico, per riportare l’inflazione verso il 2% entro il biennio di intervento di politica monetaria.

Finora l’attività economica ci ha sorpreso piuttosto positivamente e l’inflazione ci ha sorpreso piuttosto negativamente.

Il 2023 dovrebbe segnare un forte rallentamento ma sfuggire al temuto “hard landing” di qualche mese fa. La crescita dovrebbe essere debolmente positiva, con uno scenario centrale dello 0,5% nel zona euro”.

Oltre a Christine Lagarde, in questi giorni è intervenuta anche il membro del Comitato esecutivo della Bce, Isabel Schnabel, durante un simposio a Stoccolma organizzato dalla Sveriges Riksbank.

Tassi BCE: ecco quali sono state le parole di Isabel Schnabel (Comitato esecutivo BCE) sul loro ulteriore aumento

Dopo svariati interventi che hanno preannunciato un ulteriore aumento dei tassi BCE, rispetto a quelli ai quali abbiamo assistito durante questi ultimi mesi, ha confermato questa visione anche Isabel Schnabel, del Comitato esecutivo della BCE.

La Schnabel è intervenuta durante un simposio a Stoccolma organizzato dalla Sveriges Riksbank, la banca centrale svedese. Ecco quali sono state le sue dichiarazioni in merito all’aumento dei tassi BCE per riportare l’inflazione a valori più congrui:

La BCE continuerà ad alzare i tassi in misura significativa per riportare l’inflazione al 2% sul medio termine. Per risolvere il problema dell’inflazione che abbiamo oggi, le condizioni di finanziamento dovranno diventare restrittive.

Restringendo le condizioni di finanziamento, il finanziamento delle energie rinnovabili sarà più costoso ma la transizione verde potrà prosperare in modo sostenibile con il ripristino tempestivo della stabilità dei prezzi. Il rialzo dei tassi quindi continuerà perché non nuoce, sul medio termine, alla decarbonizzazione.

I tassi d’interesse nell’area euro devono ancora salire ‘significativamente’ portando le condizioni finanziarie verso livelli restrittivi, perché l’inflazione non scenderà da sola”.

In riferimento alla politica monetaria, Isabel Schnabel ha confermato la direttiva che era emersa durante l’ultimo Consiglio dello scorso 15 dicembre, nel quale si era arrivati ad un aumento dei tassi BCE dello 0,50%:

“Il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse debbano ancora aumentare in misura significativa a un ritmo costante per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine”.

E ancora riguardo gli aumenti dei tassi BCE:

L’alta inflazione di ora è una tassa sugli investimenti. L’alta inflazione inoltre aumenta l’incertezza, distorce i segnali sui prezzi rilevanti per le decisioni sugli investimenti, e potrebbe rallentare la crescita della produzione come è accaduto negli Usa negli anni ’70.

Quello che è iniziato come uno shock dei prezzi relativi si è gradualmente trasformato in un aumento su larga scala del livello generalizzato dei prezzi”.