Come si partorisce è una delle domande più ricorrenti tra le persone, soprattutto tra le donne che vogliono diventare mamme ma hanno paura e sono preoccupate di tutto ciò che riguarda una gravidanza. A tal proposito vengono fatti dei corsi pre-parto che aiutano mamma e papà ad arrivare preparati al giorno della nascita e a vivere in piena tranquillità e serenità i nove mesi di attesa.

Ogni parto è diverso ed ognuno vive quel momento in modo personale, per tale motivo vietato paragonarsi agli altri poiché non c’è nessun confronto da fare. Ci sono, però, dei fattori e aspetti da conoscere.

Come si partorisce, le fasi

I medici parlano di 4 fasi che costituiscono il parto che sono:

  • prodromico (il periodo di preparazione),
  • dilatante,
  • espulsivo,
  • e di secondamento, cioè di espulsione della placenta.

La prima fase è quella di preparazione dove i tessuti della mamma si regolano affinché avvenga il passaggio e l’uscita del bambino. La sua durata è variabile, può durare da poche ore a qualche giorno. Non ci sono dei sintomi precisi, anzi spesso c’è chi non si accorge di essere entrato in questa fase. Solitamente si hanno delle piccole contrazioni, ma niente di più.

La fase dilatante è quella che dà inizio al travaglio vero e proprio, è qui che si procede andando in ospedale e le contrazioni si fanno più dolorose e regolari. Qualora si verificassero tali movimenti ogni cinque minuti e durassero circa 40-60 secondi, allora si è entrati ufficialmente nella fase.

L’espulsione è la fase della nascita e corrisponde al momento in cui il feto percorre il canale del parto per uscire dal corpo della mamma. Precede tale fase, un tempo di latenza, quando la madre si concede una pausa prima della spinta finale.

La durata

La durata del parto varia a seconda della situazione e non vi è un tempo stabilito e certo. Una volta entrati nella seconda fase, quella del travaglio, è possibile rimanerci per circa 10 o 12 ore ma in alcuni casi c’è chi vi è rimasto anche per più tempo. Quando la persona ha superato la seconda fase e passa alla terza, allora mancherà circa un’ora prima di partorire. La fase espulsiva infatti dura non più di 60 minuti, quando le contrazioni si fanno sempre più intense e a ogni contrazione corrisponde una spinta. Ci si prepara poi allo sprint finale, quando esce il bambino. L’attesa è di circa 20 minuti. Quindi si parla di parto corto, normale e lungo e tra i fattori che possono cambiare la durata vi è il peso del neonato, la posizione e l’epidurale.

Tipi di parto

Non tutti sanno che esistono 9 tipi di parto che sono:

  • Parto naturale;
  • parto normale;
  • parto in acqua;
  • parto accovacciato;
  • parto cesareo;
  • parto con il forpice;
  • parto dolce;
  • parto casalingo assistito;
  • parto umanizzato.

Il parto naturale è quello conosciuto come parto vaginale, visto che da qui nasce il neonato. Si tratta di un evento spontaneo che si presenta quando il bambino è in posizione cefalica, quindi la testa del piccolo è rivolta verso il basso, pronta per iniziare ad uscire. I benefici del parto normale sono numerosi: il piccolo nato avrà polmoni completamente sviluppati e il contatto con la mamma avverrà subito nei primi momenti di vita e avrà la possibilità di attaccarsi subito al seno.

Il parto cesareo verrà fatto per via transaddominale, vale a dire attraverso un’incisione sull’addome della madre che recide diversi tessuti, fino ad arrivare al feto nell’utero così da tirarlo fuori. Dopo la nascita, la placenta sarà eliminata. Chiunque partorisse con il cesareo, anche le volte successive dovrà eseguirlo e in quei casi si stabilirà un giorno per fare nascere il bambino.