Smartphone a scuola sì o no? Il dibattito è aperto mentre Valditara conferma il divieto. L’uso massiccio delle tecnologie porta gli adulti, e inevitabilmente i più giovani, ad un uso improprio. L’onnipresenza a pranzo, cena, è sinonimo di alta tossicità, così come durante le ore di lezione, a scuola. “Non vedo gli adolescenti più dipendenti di quanto non lo siano gli adulti – ha spiegato Maurizio Tucci, ad Open Day, su Radio Cusano Campus – dovremmo fare tutti una riflessione su un uso più consapevole e moderato. Sono strumenti che portano alla dipendenza.”
Smartphone a scuola: “La direttiva ministeriale mi lascia perplesso”
Smartphone a scuola: il divieto non produrrà gli effetti sperati porterà ad un ulteriore avvicinamento agli smartphone. “La direttiva del ministro mi lascia perplesso. Niente si risolve coi divieti, è soltanto una decisione da ultima spiaggia. Si vieta quando non si è in grado di creare, proporre alternative – ha aggiunto Tucci – la strada risolutiva è di una educazione ai ragazzi ad un uso consono. A scuola durante le lezioni, ma anche durante i pasti in famiglia l’uso del cellulare va limitato. La scuola e la famiglia dovrebbero impegnarsi insieme nel far capire ai ragazzi quando è o non è il momento di stare a telefono. Infine, nel raccontare fenomeni simili usiamo termini impropri. Si parla, ad esempio, della depressione degli studenti, così come della dipendenza dalle tecnologie, ma nel caso degli smartphone se imponi il divieto non si va in crisi d’astinenza, come con altre sostanze. E’ un paragone che non regge. Ai miei tempi c’era il problema delle figurine, durante la lezione dovevano sparire. La questione dello smartphone è la stessa. Il problema dello smartphone non è vietarlo, è uno strumento utile, ma farne un uso consapevole. Posso capire il divieto contro il fumo, ma non quello contro gli smartphone.”