17 enne uccide insegnante in classe, è successo in Germania ed è soltanto l’ultimo crimine in ordine cronologico che appartiene alla sfera affettiva. Come si fa ad uccidere un adulto che ci forma e ci aiuta a crescere? Una figura di riferimento? Una guida? Ne abbiamo parlato con il professor Pasquale Romeo, dell’Università Dante Alighieri di Reggio Calabria, e psichiatra. “Mi occupo di minori da anni, sia come ex giudice onorario minorile che come direttore di alcune cliniche per minori, e devo riconoscere il notevole cambiamento nello sviluppo dei minori dovuto a tanti aspetti cambiati rispetto al passato. La società liquida, teorizzata da Bauman, ha disarticolato alcuni sistemi a tal punto da modificare alcuni aspetti censori di tipo morale – ha osservato il professor Romeo, ad Open Day, su Radio Cusano Campus – basti pensare che in America i numeri dei crimini stanno aumentando: si tratta di reati legati all’affettività, reati intrafamiliari. Il cambiamento legato allo sviluppo psicoattitudinale del soggetto è legato all’assenza di figure che prima regolavano la società.”

17 enne uccide insegnante: caso di natura psicopatologica

17 enne uccide insegnante: simbolicamente è il figlio che uccide il padre, dinamica che favorisce la naturale crescita ed evoluzione delle cose. “Se accade nella realtà vuol dire che ci sono figure interiori persecutorie. Lo diceva Freud, il Buddha. Il mito di Edipo e Medea è una chiara metafora che fa parte dello sviluppo del soggetto. Simbolicamente ha un significato, realmente ne ha un altro. Passare dall’aspetto simbolico e quello reale ha un significato diverso: un individuo per crescere deve uccidere il padre. Venditti diceva Mio padre è una montagna troppo alta da scalare, nel senso che se non riusciamo a superare il padre qualcosa non funzionerà nel nostro sviluppo. Simbolicamente l’adulto va ucciso, se lo facciamo nella realtà vuol dire che non siamo riusciti a farlo simbolicamente. In quel caso c’è un disturbo, si realizza una psicopatia. La psicopatia è un termine dove intendiamo il disturbo di personalità antisociale. La psicopatia appartiene al criminale, nella psicopatia emergono condizioni che portano al crimine. Lo psicopatico è manipolativo, è piacevole passarci una serata, il problema è capire cosa succede a fine serata! Ci sono persone che oggi si mimetizzano molto bene con la popolazione. Abbiamo un numero alto di psicotici, gli aspetti sopra citati vanno rivalutati e ognuno di noi dovrebbe imparare a riconoscere chi è la persona che abbiamo di fronte. Il disturbo psicotico è sempre esistito e prescinde da cause socio-ambientali legate allo sviluppo personologico. I tratti antisociali sono diffusi più che in passato, perché? Quanto il problema è stato alimentato da una modernità liquida? La postmodernità quanto ha influito sull’aspetto psichico di ognuno di noi?”

La società fatherless e il ruolo dei ministeri dell’università e della pubblica istruzione

“In America si parla spesso di società fatherless, cioè una società dove mancano figure che possano dettare le regole interiori ed esteriori. Anni fa scrissi un libro dal titolo Maschi addio dove nella figura del maschio cercavo aspetti – non sessualizzanti – che dessero quel principio di autorità e quello che una volta si chiamava pater familias che il diritto ha cambiato e che oggi potremmo intendere come colui che crea una normalizzazione degli aspetti – ha affermato Pasquale Romeo – l’episodio avvenuto in una scuola dovrebbe interessare i ministeri della pubblica istruzione e dell’università. Questi hanno un ruolo: potrebbero recuperare norme adeguate da un punto di vista psicoeducativo affinché questo non avvenga in futuro. Il professore non ha individuato i rischi, altrimenti si sarebbe difeso. Pertanto, è necessario tornare all’abc della psicologia e capire se siamo realmente in grado di riconoscere gli altri: nei rapporti di coppia, in famiglia e nelle altre relazioni dove c’è una valenza affettiva.”