Un problema tecnico accorso alla Federal Aviation Administration (FAA), l’agenzia che supervisiona il traffico aereo degli Usa, ha mandato in tilt 1.200 voli, in ritardo oppure cancellati. Colpiti soprattutto gli aeroporti della costa atlantica, secondo quanto appreso il guasto sarebbe comparso alle prime ore del mattino.
Il sito web di monitoraggio dei voli FlightAware conferma l’accaduto e specifica che non ci sono differenze tra arrivi e partenze e nemmeno tra traffico interno ed esterno: i disagi sono dunque trasversali, sebbene abbiano interessato soprattutto la East Coast. I voli per l’Europa non sembrano avere subìto eccessive ripercussioni, sebbene sia presto per avere conferme di qualsiasi sorta.
Nel dettaglio, sono 760 i voli nazionali colpiti dal bug di sistema. Si contano intanto i danni, dalle proporzioni incalcolabili.
Voli cancellati Usa, in corso il ripristino del sistema
Migliaia di voli negli Usa sono stati posticipati o cancellati a seguito di un glitch informatico occorso alla FAA. Il problema è ancora in corso di risoluzione, con l’Agenzia che ha ordinato di ritardare le partenze dalle ore 9 della East Coast (le 14 in Italia), chiedendo la massima collaborazione a tutte le compagnie aeree nazionali e internazionali.
Nel comunicato emesso, la FAA dichiara di essere al lavoro per ripristinare il sistema di notifica sullo stato degli aerei, dando dunque la conferma che la criticità sia interamente a livello informatico. L’intera architettura è stata spenta ed è ora in corso di ricaricamento, con alcune funzioni che parrebbero essere già tornate attive e altre che si trovano ancora in stato “dormiente”. Si attendono prossimi aggiornamenti dall’Ente per capire lo stato di avanzamento dei lavori.
La Casa Bianca ha preso coscienza dell’accaduto ed è in costante contatto con le autorità preposte. Al momento sembra scongiurata l’ipotesi di un attacco hacker per mancanza di prove. Un contributo prezioso arriva anche dagli utenti, e in particolare da Twitter dove gli hashtag stanno fungendo da accentratori di una vasta community vittima dell’inconveniente. Dalle segnalazioni le difficoltà maggiori si riscontrano presso gli aeroporti di Philadelphia, Baltimora e Washington.
Sotto il profilo puramente tecnico, il componente coinvolto dal crash è riassunto nell’acronimo Notam (Notice to Air Missions System) e fornisce le informazioni di base al personale coinvolto nelle operazioni di volo, a cominciare dai piloti: in breve, vengono mostrate indicazioni circa i possibili pericoli durante la tratta oppure eventuali modifiche ai servizi delle strutture aeroportuali di arrivo. Si tratta di un sistema proprietario dotato di un proprio linguaggio che serve a rendere più efficiente la comunicazione tra i soggetti coinvolti.
Un classico errore di sistema che, però, non ha messo sotto scacco un computer privato bensì l’intero apparato nazionale americano, costringendo decine di migliaia di persone a rivedere i loro piani per la giornata. In pratica, il sistema non riesce più a pubblicare gli aggiornamenti, sebbene siano rimasti visibili i riassunti dei voli partiti o arrivati prima dell’interruzione forzata. Un incredibile scenario che ha coinvolto l’intero territorio aereo degli Stati Uniti come non accadeva probabilmente dal drammatico 11 settembre di 22 anni fa.