Nuova puntata della rubrica “Gli appunti di Giorgia” in cui la premier Meloni si concentra sul tema del caro carburanti dopo la decisione di rimuovere integralmente lo sconto sulle accise di benzina e gasolio.
L’argomento è diventato di grande attualità, con forti contestazioni soprattutto dall’opinione pubblica che ironizza sia su quanto dichiarato in campagna elettorale sia sulle affermazioni di Matteo Salvini di qualche anno fa. Recentemente, sia Salvini che il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin hanno dichiarato massimo rigore nel contrastare la speculazione relativa ai prezzi alla pompa.
Caro carburanti, Meloni: “Mai promesso tagli in campagna elettorale”
Giorgia Meloni sceglie ancora una volta la via dei social network per replicare ai dubbi e alle perplessità dell’opinione pubblica in merito allo spinoso dossier del caro carburanti. In una diretta di 16 minuti il presidente del Consiglio ha spiegato nel dettaglio i motivi dietro alla scelta di non rinnovare il taglio delle accise, prima diminuito a dicembre e poi abrogato con l’inizio dell’anno nuovo.
In maniera schietta e decisa la leader di Palazzo Chigi viene subito al dunque, quando afferma apprendo la sua agenda blu che “il taglio delle accise costa un miliardo al mese, dunque 12 miliardi l’anno“. Denaro “che abbiamo deciso di destinare a chi ne aveva più bisogno all’interno della Manovra compiendo una scelta di giustizia sociale che rivendico in questa sede“. Il riferimento esplicito è al caro bollette, su cui pesa l’incertezza del prezzo della materia prima e le prospettive dell’inverno 2023.
La puntata della rubrica “Gli Appunti di Giorgia” ritorna su un punto già toccato e premuto con insistenza nelle scorse settimane, non solo verso l’opinione pubblica ma anche verso i suoi parlamentari: lo stravolgimento della “scaletta programmatica” annunciata in campagna elettorale. In sintesi, questo è il momento “di aiutare chi ha un salario medio-basso, chi rischiava di non poter pagare le bollette, chi è in difficoltà a fare la spesa sui beni di prima necessità“.
A proposito dell’ironia diffusa sul web, Meloni affronta di petto anche tale questione. In merito al video che circola in rete in cui si vede la premier intenta a fare benzina, lamentandosi del costo delle accise, lei replica ai detrattori ricordando che “quel video è del 2019 e non di agosto o settembre, quando era in corso la campagna elettorale. Comunque sia, io rimango convinta delle mie idee e che sia doveroso tagliare le accise, tuttavia dal 2019 a oggi molte cose sono cambiate e pertanto siamo costretti a fare determinate scelte“.
La premier al contrattacco: dati del 2022 più alti
Successivamente, proseguendo la diretta, Meloni lancia l’accusa di “mistificazione della realtà” rivolta implicitamente al Codacons. Quest’ultima aveva dichiarato qualche giorno fa che i prezzi medi di benzina e gasolio avessero ormai raggiunto i 2,5 euro al litro, eppure la premier precisa che questi dati siano un po’ gonfiati: a dimostrazione di ciò, ha pubblicato il dato del ministero del made in Italy aggiornato alla prima settimana di gennaio: 1,8 euro/litro.
Poi, cavalcando l’onda della sua tesi, ha effettuato un confronto con la legislatura precedente, specialmente nel periodo tra marzo e giugno. I dati sono tutti più alti del valore più recente e a questo punto la leader di Fdi si chiede “dove fossero stampa e politica in questi casi“.
Qualche ora prima il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini aveva dichiarato che il prezzo alla pompa fosse in calo a seguito di alcuni controlli in cui erano state accertate evidenti speculazioni e irregolarità.