Fibrosi epatica cos’è? La malattia da fegato grasso non alcolica è un’epatopatia caratterizzata da eccessivo accumulo di grasso epatico, in assenza di cause secondarie o consumo eccessivo di alcol.

Questa patologia ha una prevalenza sempre maggiore in questi ultimi anni e con molta probabilità diventerà, negli anni venire, la più comune tra le malattie croniche a carico del fegato. 

Ma come si presenta questa patologia? La malattia può presentarsi con la sola steatosi, oppure, come nel 10% dei casi, con lo sviluppo di steatoepatite (caratterizzata da infiammazione e fibrosi, diagnosticabile solo con esame istologico) e, come si evince nel 15% dei pazienti con steatoepatite, con il successivo sviluppo della cirrosi e le complicanze della malattia epatica avanzata.

Vediamo dunque insieme di che cosa si tratta più approfonditamente, quali sono le conseguenze e, soprattutto, se esiste una terapia mirata oppure no.

Fibrosi epatica cos’è?

La fibrosi epatica è una condizione che porta alla formazione di grandi quantità di tessuto cicatriziale nel fegato. Si verifica nel momento in cui l’organo tenta di riparare e sostituire le cellule danneggiate. quindi ebbene parlare di processo cicatriziale in risposta ad un danno del fegato.

Quest’organo si mette in moto come del resto fanno gli altri organi e la pelle per guarire le proprie ferite con la deposizione di collagene e diversi costituenti della matrice.

In presenza di una lesione ripetuta o come dir si voglia continua, le cellule del fegato tentano di riparare il danno ma questi tentativi a loro volta provocano un accumulo eccessivo di tessuto cicatriziale.

Il tessuto cicatriziale può modificare la struttura interna dell’organo e interferire con il normale flusso sanguigno da e per il fegato limitandone l’afflusso di sangue alle cellule epatiche.

Se le cellule non ricevono abbastanza sangue, queste muoiono e si forma un ulteriore tessuto cicatriziale. Quello che avviene non è altro che una sorta di circolo vizioso paragonabile ad un cane che si gira attorno di continuo per mordersi la coda. E’ la condizione che ne viene fuori conduce alla irreparabilità dei danni subiti dal fegato.

Se si prospettasse la condizione di una fibrosi cronica, allora verrebbe a formarsi la cirrosi epatica che purtroppo comporterebbe gravi conseguenze sulla regolare funzionalità del fegato tra cui ipertensione portale, insufficienza epatica e cancro al fegato.

La malattia, a volte, può essere invertita se la causa viene identificata tempestivamente e corretta.

Cause

Le cause di fibrosi epatica sono tutte riconducibili alle malattie croniche del fegato: l’epatite virale cronica B, l’epatite virale C, la malattia epatica alcolicasteatoepatite non alcolica cioè il fegato grasso non dovuto al consumo di alcol.

Sintomi

Sostanzialmente la fibrosi negli stadi iniziali non causa sintomi, tuttavia questi ultimi possono derivare dal disturbo che causa la fibrosi. Se la fibrosi sviluppasse come già accennato prima nelle righe precedenti in cirrosi, la sintomatologia potrebbe essere frutto di gravi complicanze.

Spesso purtroppo ci si accorge troppo tardi dell’insorgenza della cirrosi e i sintomi che si affacciano con prepotenza sono di questo genere:

  • riduzione dell’appetito
  • perdita di peso
  • debolezza e stanchezza
  • nausea
  • ittero (colorazione gialla della pelle)
  • ritenzione idrica nelle gambe e all’addome conosciuta anche come ascite
  • confusione e difficoltà di concentrazione (encefalopatia epatica).

Diagnosi

Il medico per poter accertare la presenza o meno della fibrosi epatica può chiaramente richiedere una serie di esami, quali ecografia, tomografia computerizzata, risonanza magnetica e biopsia epatica.

L’esame più importante è quello della biopsia epatica. Si tratta di un approccio mininvasivo dal momento in cui si interviene per prelevare un piccolo tessuto epatico. Oltra a diagnosticare la progressione del danno subito dall’organo anche quello di monitorare in un arco di tempo la risposta alle terapie.

Come rallentare e curare la fibrosi epatica?

La cosa importante da fare è intervenire sulla causa che ha scatenato tale patologia. Risolvere in questo senso sta a significare due cose: o interrompere la causa o rallentarla e così facendo si può cercare di aiutare il più possibile chi ne è affetto.

Trattare la patologia nel modo migliore significa aiutare a ripristinare una buona condizione al fegato ammalato. Nell’elenco sotto descritto sono annoverati i tipi di interventi da adottare:

  • farmaci antivirali per epatiti causate da virus
  • abolizione del consumo di alcolici nel caso di epatite alcolica
  • farmaci per la rimozione di metalli pesanti nel caso di emovromatosi/malattia di Wilson
  • sostituzione del farmaco epatotossico
  • trattamento dell’ostruzione nei dotti biliari
  • perdita di peso e terapie metaboliche per pazienti affetti da steatosi non alcolica.

Anche una scrupolosa attenzione allo stile di vita mette in condizioni il fegato di poter operare al meglio:

  • perdere peso se necessario
  • abolire gli alcolici
  • fondare la propria dieta su verdura, frutta, legumi e cereali integrali
  • praticare regolare attività fisica.