Insegnare matematica e fisica all’asilo? È la proposta arrivata nelle scorse ore da parte di un gruppo di lavoro di cui fa parte anche il recente Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi. L’obiettivo è rendere il più naturale possibile l’insegnamento e il conseguente apprendimento delle materie tecnico-scientifiche. L’esperto lo ha ribadito nel corso di un’intervista al Messaggero, tornando anche su un’altra questione: quella della necessità di garantire il diritto allo studio a tutti i giovani, anche i meno abbienti.

Insegnare matematica e fisica all’asilo: la proposta degli esperti

La proposta di estendere l’insegnamento della matematica e della fisica anche all’asilo è arrivata, nelle scorse ore, dal Premio Nobel per la Fisica 2021 Giorgio Parisi che, insieme ad altri professori illustri, fa parte di un gruppo di lavoro istituito dal ministro della Pubblica Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara insieme all’Accademia Nazionale dei Lincei, impegnata in prima linea per lo sviluppo delle scienze. L’esperto ha ribadito la sua idea nel corso di un’intervista rilasciata al Messaggero. “Gli studenti devono poter avvicinarsi allo studio della fisica in maniera pratica, concreta – ha spiegato -. Devono poter vedere o realizzare loro stesso gli esperimenti: per passare all’astrazione, bisogna prima toccare con mano”.

L’obiettivo è rendere l’insegnamento e l’apprendimento delle materie tecnico-scientifiche il più naturale possibile. Per questo il percorso “deve iniziare il prima possibile, dalla scuola dell’infanzia”, per poter “continuare alle scuole elementari, alle medie e così via”. Il progetto sulla fisica, già delineato dal gruppo di lavoro, partirà a breve, da Roma: “Andiamo a formare le educatrici della scuola dell’infanzia per far sì che i bambini possano avvicinarsi alla matematica, alla fisica o alla geometria nella maniera più naturale possibile”, ha proseguito Parisi. Per fare ciò, “servono gli strumenti giusti, adatti ai bambini dai 3 ai 5 anni. Consideriamo che a quell’età, come espresso in maniera molto forte da Maria Montessori, i piccoli sono ‘naturalmente scienziati’. Quindi è il momento giusto per farli avvicinare a questi temi”.

La matematica e la fisica – ha spiegato ancora – possono diventare un gioco: si possono creare delle bilance, ad esempio, con i pesi più grandi e più piccoli e far vedere ai bambini quel che succede, o il travaso di acqua. Penso al lavoro svolto da Emma Castelnuovo che portava in classe fogli di carta pieghevoli, adatti a costruire figure, per spiegare la geometria alle medie e farla vedere concretamente ai suoi alunni. Il pensiero astratto è il punto di arrivo, non di partenza: bisogna partire infatti dal concreto”.

La questione del diritto allo studio: “Dobbiamo fare in modo che nessuno resti indietro”

Nel corso dell’intervista, Parisi, interrogato sul problema della dispersione scolastica, è tornato anche su un’altra importante questione: quella del diritto allo studio. “Dobbiamo fare in modo che nessuno resti indietro: non dobbiamo perdere nessuno. Pensiamo alle famiglie disagiate: ci sono persone che hanno bisogno di lavorare e anche se un ragazzo non è brillante negli studi va a lavorare lo stesso. Purtroppo è ancora così. Sono storie difficile a cui trovare una soluzione. La ‘dispersione’ maggiore è quella degli studenti che potrebbero andare all’università che poi non ci vanno”, ha dichiarato. L’Italia è, non a caso, tra gli ultimi Paesi in Europa per il numero di studenti laureati. “È fondamentale il diritto allo studio, bisogna potenziare le borse di studio soprattutto per i meno abbienti – ha proseguito -. Penso anche agli universitari, ai fuori sede che vivono forti disagi se non possono accere a un alloggio, bisogna costruire case per gli studenti. Gli affitti nelle grandi città sono esorbitanti. Lo studio è importante, i ragazzi vanno sostenuti”.