“Zone 30” sono le aree della rete stradale cittadina in cui la velocità massima per i veicoli è di 30 km/h. La ratio di queste zone è la sicurezza per gli automobilisti e degli utenti più deboli, come ciclisti, motociclisti e pedoni, oltre che la riduzione l’inquinamento atmosferico, acustico e visivo. Le amministrazioni di grandi città guardano sempre più alle zone 30 quale strumento per ridurre incidenti e mortalità sulle strade urbane. Ultima in ordine di intenti la citta di Milano che dal gennaio 2024 potrebbe diventare interamente zona 30. Lunedì il Consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno che invita la giunta Sala «a proclamare Milano Città 30, istituendo il limite di velocità in ambito urbano a 30 km/h a partire dal primo gennaio 2024 e a prevedere, così come hanno fatto Parigi e Bruxelles, che dopo quella data su alcune, selezionate, strade a grande scorrimento possano essere previsti limiti a 50 km/h». Anche Roma si candida, ma solo nella viabilità secondaria, ad istituire delle zone 30 e il sindaco Gualtieri ha ribadito che “il tema della sicurezza degli automobilisti e dei pedoni è centrale ed è oggetto di costante attenzione”.

Zone 30:

L’istituzione delle Zone 30 nelle città, in particolare nelle metropoli, è “la risposta giusta per una mobilità moderna, per restituire lo spazio pubblico delle nostre città, e soprattutto sicuro”. Lo dice all’AGI Alessandra Bonfanti, responsabile nazionale Mobilita’ Attiva per Legambiente. Le Zone 30 sono inoltre una risposta giusta “alle stragi stradali, sappiamo con certezza che sopra i 30 kmh il rischio è mortale, scientificamente e’ dimostrato”. Finche’ le città avranno spazio riservato alle auto e la mobilità ciclistica non sarà in sicurezza, la situazione non cambierà’, sostiene Legambiente. E oggi Roma “sta facendo – aggiunge Bonfanti – in ritardo un’azione di recupero”. Bonfanti sottolinea che l’Italia “è il terreno di caccia dell’ automotive europeo. Dal 2030 il parco vetture dovrà cambiare, quelle in circolazione dobbiamo convertirle all’elettrico, per questo vogliamo la sostenibilità energetica e il rispetto delle condizioni climatiche”. Per quanto riguarda le città, le Zone 30 sono da considerare anche in chiave di “benessere”, ad oggi sono città accessibile solo per chi ci arriva in auto. Non abbiano un piano all’altezza del valore storico di una città. Quella delle Zone 30 è un’operazione di recupero, finalmente – aggiunge Bonfanti – quelle più avanzate lo fanno, le città Zone 30 si devono vedere, devono essere percepite”