Età pensione Italia. Il disegno di legge di Bilancio introduce un nuovo canale definito di pensionamento flessibile per il solo 2023 che si articola nella combinazione di un requisito anagrafico di 62 anni e di un’anzianità contributiva minima di 41 anni.
Età pensione Italia
I requisiti necessari per ottenere la Quota 103 sono pari a 41 anni di contributi previdenziali accrediti, da raggiungersi entro il 31 dicembre 2023, unitamente al compimento di 62 anni di età anagrafica.
Il requisito di 41 anni di versamenti può essere ottenuto anche in regime di cumulo, cioè sommando gratuitamente gli accrediti contributivi presso diverse gestioni previdenziali.
Rimangono escluse le Casse professionali, eccetto l’ex Inpgi 1, che dal 1° luglio 2022 è confluito nell’Inps.
Decorrenza
E’ operativa dal 1° gennaio al 31 dicembre del corrente anno, con la possibilità, come già previsto per le passate versioni (quote 100 e 102), di spendere il diritto alla pensione anche successivamente al 2023, purché la maturazione dei requisiti sia avvenuta entro il 31 dicembre 2023.
Domanda
Quota 103 può essere richiesta dai nati entro il 1961 iscritti presso l’Assicurazione generale obbligatoria o alle forme esclusive e sostitutive della medesima, nonché alla gestione Separata INPS, purché raggiungano 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023.
Penalizzazioni
Quota 103 è determinata senza operare penalizzazioni o ricalcoli integralmente contributivi, ma può avere un valore lordo mensile massimo non superiore a 5 volte il trattamento minimo previsto a legislazione vigente.
Si può continuare a lavorare?
Non è possibile cumulare Quota 103 con i redditi di lavoro autonomo e dipendente dal giorno della decorrenza della pensione e fino alla maturazione dei requisiti r per l’accesso alla pensione di vecchiaia (67 anni).
La prestazione è invece cumulabile con i redditi di lavoro autonomo occasionale nei limiti di 5mila euro lordi annui, calcolati per cassa sulla “testa” del pensionato.
Finestre di attesa
Non è possibile ottenere la pensione Quota 103 immediatamente, alla maturazione dei requisiti utili, ma è necessario un periodo di attesa per la liquidazione della prestazione, detto “finestra”. Le finestre, che iniziano a partire dalla data di maturazione dell’ultimo requisito utile, sono pari a:
– 3 mesi, per i lavoratori del settore privato, sia dipendenti, che autonomi o parasubordinati;
– 6 mesi, per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni, previa presentazione della domanda di cessazione dal servizio con un preavviso minimo di 6 mesi.
Opzione donna
Rispetto all’anno precedente, Opzione donna ha avuto un forte ridimensionamento. Oltre al calcolo del trattamento, già presente, nella forma riduttiva del sistema contributivo, l’opzione sarà possibile con 35 anni di anzianità contributiva ed un’ età anagrafica di sessanta anni, ridotta di un anno per ogni figlio nel limite massimo di due anni. Ma è, altresì, richiesta una delle seguenti condizioni :
- assistere, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente, qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età ovvero siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
- avere una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74%;
- essere lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale.
Trattamento di Vecchiaia e anticipato
Per il conseguimento della pensione anticipata non ci sono novità: occorrono sempre 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi le donne, a prescindere dall’età anagrafica. La prestazione in parola è soggetta ad un meccanismo di differimento della decorrenza del primo rateo pari a 3 mesi dalla maturazione dei requisiti pensionistici (sia per il settore privato che per i lavoratori del settore pubblico).
Per il pensionamento di vecchiaia occorrono invece 67 anni unitamente ad almeno 20 anni di contribuzione. Ai lavoratori dipendenti addetti a mansioni particolarmente difficoltose e rischiose di cui al decreto del ministero del lavoro del 5 febbraio 2018 con almeno 30 anni di contribuzione, non titolari dell’ape sociale al momento del pensionamento possono conseguire la pensione di vecchiaia a 66 anni e 7 mesi.