Dal film Alexander, diretto da Oliver Stone, Colin Farell si aspettava tanto, ma i risultati delusero abbondantemente le aspettative.

Colin Farell pensò di essere un attore di m… dopo Alexander

Con Alexander Oliver Stone decise di rischiare puntando molto in alto, ottenendo però dei risultati alquanto catastrofici: il film su Alessandro Magno fu un grandissimo flop sia di pubblico che di critica. Ormai a quasi 20 anni di distanza, infatti, l’attore statunitense Colin Farrell non riesce proprio a non tenere per sé che il film ha rappresentato una delusione incredibile sia per la sua vita professionale, e quindi per la carriera attoriale, sia per la sua serenità. L’attore ha raccontato la sua reazione alle critiche molto negative ricevute dal film in una nuova intervista, che ha rilasciato al The Hollywood Reporter, parlando del colossal del 2004 diretto sul condottiero macedone Alessandro Magno, un prodotto da 150 mln di dollari di budget, con sei mesi di riprese in tre continenti. Queste sono state le parole di Farrell:

Quando dico che avevamo aspettative, intendo dire che avevamo già pronti i nostri smoking [per le premiazioni, ndr]. Non sto scherzando. Pensavamo tutti: ‘Ok ragazzi, andiamo agli Oscar’. Poi uscì, uscirono le recensioni e ricordo che qualcuno mi disse: ‘Oh, non sono buone’. E io ero tipo: ‘Aspettate un attimo, cosa intendete per non buone’. Arrivai a un punto in cui avrei voluto chiedere a chiunque incontrassi: ‘Hai visto Alexander? Se l’hai visto, mi dispiace davvero’. Non sarei riuscito a recuperare 20 milioni di dollari, ma almeno… Dopodiché cominciai a mettermi in discussione. Pensai: ‘Faccio semplicemente schifo. Sono un attore di mer*a, ora l’ho capito. All’epoca non c’era Rotten Tomatoes, quindi le recensioni erano tutte uscite sui giornali e, una dopo l’altra, dicevano che avrei dovuto fare le valigie. Mi chiamavano “Alexander lo scemo”, “Alexander il noioso”, “Alexander l’incomprensibile”, “Alexander il debole”. Io pensavo “porca vacca, cosa posso fare?”. Ero sommerso dalla vergogna. Ero a un punto che a chiunque incontrassi chiedevo se avesse visto Alexander per scusarmi. E non sto scherzando.

L’attore ha poi concluso così:

Avevo 23 anni. Quando hai 23 anni e vuoi fare bene le cose, non sai come articolarlo o come avere un rapporto con questa voglia. La cosa più semplice che ti viene da dire è “non me ne frega un cazzo”.