Una strada, la via Appia, patrimonio dell’umanità. È stato firmato oggi a Roma, alle Terme di Diocleziano, il Protocollo di intesa per la candidatura del sito “Via Appia. Regina Viarum” nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco.
La via Appia Patrimonio Unesco
A rendere nota la firma, il ministero della Cultura, sottolineando che
“l’antica strada consolare, circa 900 km di tracciato da Roma a Brindisi inclusa la variante traianea, rappresenta non solo il prototipo del sistema viario romano, ma è anche simbolo millenario delle relazioni tra le civiltà del Mediterraneo e quelle dell’Oriente e dell’Africa”.
Alla cerimonia sono intervenuti, tra gli altri, il sottosegretario al ministero della Cultura, Gianmarco Mazzi; il presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, monsignor Pasquale Iacobone; il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi; il presidente vicario della Regione Lazio, Daniele Leodori; l’assessore al Turismo della Giunta Regionale Campania, Felice Casucci; la delegata alle Politiche culturali della Regione Puglia, Grazia Di Bari e l’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor.
Un progetto che coinvolge 4 Regioni italiane
Il progetto della via Appia, promosso direttamente dal ministero della Cultura attraverso i suoi uffici centrali e periferici, coinvolge le 4 Regioni di Lazio, Campania, Basilicata e Puglia, oltre a ben 12 tra Province e Città Metropolitane. Senza citare i 73 Comuni, 15 Parchi, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e 25 Università italiane e straniere. Il ministero sta investendo nel restauro e nella valorizzazione di evidenze archeologiche e architettoniche situate lungo il percorso della Via Appia. L’obiettivo è, si legge sul sito dei beni culturali, “coniugare le ragioni della conservazione e valorizzazione di questo importante patrimonio con lo sviluppo sostenibile dei territori coinvolti. Quest’ultimo elemento si rivela fondamentale anche per la crescita sociale ed economica di molte delle zone coinvolte che, spesso, sono aree interne e quindi fuori dai grandi circuiti turistici”. Per il sottosegretario Mazzi
“La Via Appia è un esempio della grandezza romana, la prima via pubblica e il prototipo, anche dal punto di vista tecnico, di altre strade che hanno poi costruito i romani. Ma è anche molto di più, era un crocevia culturale, parte del sistema culturale e sociale del mondo romano: questa era forse la sua importanza principale e questo sarà l’aspetto sul quale puntiamo. Il ministero ha già investito 19 milioni di euro in restauri, conservazione e per la preparazione del fascicolo. Speriamo di farcela. Quando gli italiani giocano uniti, nessun risultato è impossibile”.
Il 20 gennaio la candidatura sarà valutata dal Consiglio direttivo della Commissione Nazionale Italiana Unesco. A seguire, la richiesta sarà inviata a Parigi.
Il merito? Dell’ex ministro Franceschini…
Va evidenziato come, già lo scorso anno, l’allora ministro della Cultura Dario Franceschini aveva presentato la proposta di candidare la via Appia a patrimonio dell’Unesco. Il programma era – ed è ancora visionabile sul sito del ministero – pressoché simile. Secondo Franceschini, nel comunicato pubblicato il 5 maggio 2022,
“La via Appia è un itinerario da valorizzare e da porre al centro del turismo lento per rafforzare l’offerta di nuovi attrattori come i cammini e i percorsi sostenibili, fondamentali per lo sviluppo in chiave culturale delle aree interne, ma anche per la tutela del nostro patrimonio. La Regina Viarum unisce territori ricchi di uno straordinario patrimonio culturale, archeologico e paesaggistico e ha le caratteristiche per divenire uno dei più grandi cammini europei”.