Gli alti funzionari dell’Ue chiedono ed ottengono un faccia a faccia con TikTok. Si è tenuto, a tal proposito, un incontro tra la delegazione delle istituzioni europee ed il Ceo della piattaforma cinese. Un appuntamento atteso e voluto da tempo per mettere a terra tutto quello che concerne trasparenza, rispetto dei dati e disinformazione.
Tiktok incontra l’Ue: rispetto dei dati e trasparenza al centro del confronto
Il Ceo di Tiktok Shou Zi Chew ha incontrato a Bruxelles, su sua richiesta, la vice presidente della Commissione con delega alla Concorrenza, Margrethe Vestager, nonché i suoi colleghi Vera Jourova, responsabile dei valori e della trasparenza, e Didier Reynders, Commissario per la Giustizia. I temi all’ordine del giorno – riferisce una nota dell’AGI – sono stati “la protezione dei dati personali, la sicurezza dei minori, la trasparenza sui contenuti politici a pagamento e la diffusione su TikTok della disinformazione russa”. L’ue ha invitato l’azienda cinese a “fare un sforzo supplementare per riconquistare la fiducia dei regolatori europei”. E ancora: “Non ci possono essere dubbi sulla sicurezza dei dati degli utenti europei, che non sono esposti ad accessi illegali da parte di autorità di paesi terzi”.
I dubbi intorno al social
L’Ue ha voluto mettere le mani avanti e chiarire, subito, quelli che sono i capisaldi necessari per una buona convivenza. Un passo necessario visto come stanno andando le cose altrove: negli Stati Uniti TikTok – quindi la casa madre ByteDance – viene criticata per la dipendenza che suscita tra bambini e adolescenti. Addirittura è stata introdotta una legge ne vieta l’uso sui dispositivi di funzionari pubblici accusandolo di essere uno strumento di spionaggio e propaganda al servizio della Cina. Una decisione che si pone sullo sfondo delle tensioni tra Pechino e Washington.
Ma TikTok sta avendo problemi anche in Irlanda. Lì il garante per la privacy sospetta che la società abbia violato la legge europea sulla protezione dei dati (Gdpr) in merito al trattamento dei dati personali dei minori e ai trasferimenti di dati verso la Cina. Accuse tutt’altro che infondate visto che l’azienda ha dovuto ammettere quello che è stato definito un errore: alcuni dipendenti – poi licenziati – hanno avuto accesso improprio ai dati degli utenti di TikTok per rintracciare i giornalisti e identificare la fonte delle fughe di notizie dei media.
Episodi, questi, che hanno evidentemente allarmato l’Ue e le istituzioni europee in generale. Le quali hanno avviato un interlocuzione con i vertici di TikTok per cercare un’intesa facendo leva sul fatto che, dalla piattaforma cinese, hanno promesso “un solido sistema di elaborazione dei dati in Europa”.