Cancro al Colon è una delle neoplasie più comuni tra le persone ed è considerata la quarta causa di morte per cancro. Ultimamente il numero di pazienti che contraggono la malattia è aumentato soprattutto tra quelli con più di sessant’anni. A tal proposito sono stati ideati dei controlli più frequenti così da tentare di prevenirlo, ma in alcuni casi è impossibile in quanto il tumore è già in uno stato avanzato. Risulta, invece, essere raro tra i più giovani anche se può verificarsi.
Il tumore al colon si differenzia tra soggetto e soggetto a seconda delle cellule che sono interessate dal processo neoplastico che sono:
- l’adenocarcinoma;
- il carcinoide del colon;
- il carcinoma squamoso;
- il tumore stromale;
- il leiomiosarcoma;
- il linfoma intestinale.
I soggetti più a rischio
Non esiste con certezza una categoria di persone più a rischio, ma sono tante le cause che possono aumentare la probabilità di diventare vittima del cancro al colon. Infatti, esso può derivare da:
- Uso di sostanze nocive quali alcol, tabacco, nicotina.
- Alimentazione poco sana.
- Genetica.
- Infiammazione del colon.
- Sedentierità.
- Età avanzata.
- Obesità.
I sintomi possono variare in base alla grandezza della massa tumorale e della localizzazione che solitamente è la parte dell’addome o intestino. Tra i tanti ricordiamo:
- stanchezza;
- perdita dell’appetito;
- perdita di peso;
- stitichezza alternata a diarrea.
- Possibile sanguinamento nelle feci.
Lo studio dell’Istituto Nazionale Tumori di Napoli
L’Istituto Nazionale Tumori di Napoli ha condotto uno studio riguardo al cancro del Colon che avrebbe fatto emergere dei dati specifici inerenti ad una cerchia di soggetti. I pazienti obesi o in sovrappeso sono più a rischio ed inoltre potrebbero contrarre una delle formi peggiori della malattia, vale a dire quella metastatica. La ricerca è stata portata avanti grazie alla collaborazione dei dottori Guglielmo Nasti, Mariachiara Santorsola e Alessandro Ottaiano dell’Istituto Nazionale Tumori di Napoli, IRCCS “G. Pascale” e il Prof. Michele Caraglia dell’Università degli Studi della Campania “L. Vanvitelli” e i dottori Giovanni Savarese e Antonio Fico del Centro AMES.
Sull’esito della neoplasia nei pazienti in sovrappeso i motivi possono essere molti. In particolare, lo studio sottolinea come sia maggiore la frequenza di mutazioni del gene p53, vale a dire la proteina cruciale che serve a controllare molteplici fenomeni biologici come la proliferazione cellulare a la riparazione del DNA. Qualora la proteina subisca un’elevata alterazione, la tendenza delle cellule è quella di accumulare mutazioni, così da predisporle alla trasformazione neoplastica e a una maggiore capacità di fare uscire i trattamenti anti-tumorali. I risultati dello studio sono saranno pubblicati sulla rivista scientifica internazionale “Frontiers in Medicine”.
Le cure
Non sempre è possibile guarire dal cancro al colon ma sono tanti i soggetti che sono riusciti a salvarsi grazie a delle cure specifiche messe in atto da un team di esperti che nel corso degli anni hanno condiviso e sperimentato affinché sempre più persone possono vincere contro il male del secolo. ll trattamento che solitamente viene fatto per il tumore al colon è l’intervento chirurgico di asportazione totale o parziale del tratto in questione.
L’operazione viene chiamata colectomia ed ha lo scopo di asportare la zona in cui riede la neoplasia in blocco alle stazioni linfonodali, dividendo in sezioni i vasi colici che vascolarizzano il tratto interessato. In alcuni casi è necessaria l’asportazione del retto e per quel contesto specifico si procede con una resezione anteriore che si può effettuare con una tecnica mini-invasiva. Qui potrebbe essere utile una guarigione dell’anastomosi, vale a dire il confezionamento di una stomia per cambiare il transito intestinale. Quando si parla, invece, di cancro al colon in uno stadio avanzato, il trattamento chirurgico viene preceduto da una chemio-radioterapia neoadiuvante attraverso cui si tenderà a diminuire la massa prima dell’operazione.