Dispersione scolastica: i numeri più preoccupanti riguardano città e regioni povere del Paese. Il problema pertanto è sociale, ed economico, e non può essere risolto dal tutor. “La Campania, la Sicilia e la Sardegna, sono le regioni maggiormente coinvolte dal problema, sono realtà dove la disoccupazione e la delinquenza sono problemi radicati. La soluzione è il lavoro, le infrastrutture, tutti aspetti che darebbero alle famiglie la possibilità di vivere in maniera decorosa – ha affermato Pasquale Almirante di Tecnica della Scuola, ad Open Day, su Radio Cusano Campus – in Trentino Alto Adige, o in Veneto, la dispersione scolastica raggiunge il 5% o il 6%, mentre in Sicilia tocca picchi del 22%, o addirittura nei quartieri più poveri e malfamati, il 34%. Il tutor potrà essere anche un grande ingegnere dell’educazione e della didattica, ma non potrà mai arginare il problema”.

Dispersione scolastica: “Una trovata propagandistica

Dispersione scolastica: l’introduzione del tutor in alcune scuole è un esperimento, un tentativo. “L’anno scorso la commissione antimafia provò a risolvere il problema senza riuscirci, ma non potrà succedere niente neanche quest’anno se non si crea lavoro. Molti studenti della scuola secondaria sono costretti a lasciare la scuola per cercare lavoro, occuparsi dei problemi economici delle famiglie, e i loro riferimento non sono né la scuola né la famiglia, i capibastone dei loro quartieri – ha aggiunto Almirante – l’attuale governo parla troppo di scuola privata a discapito della pubblica. L’idea del tutor mi pare una trovata propagandistica. Il tutor come lo inquadrerebbero da un punto di vista contrattuale? E poi, chi si occuperebbe di formarne?”