La candidata alla segreteria del Pd Elly Schlein si racconta, parlando della propria idea di politica ai microfoni dell’Avvenire. Tanti i temi affrontati dall’ex vicepresidente dell’Emilia Romagna, a cominciare dal discorso delle primarie del Partito Democratico e del voto online.

Quella mia sul voto online è una proposta complementare al voto nei gazebo, che è un fatto identitario per il Pd. Io anche sono tra quanti hanno voglia di andare ai gazebo per ritrovarsi, per conoscersi. Ma quella è una proposta volta a dare uno strumento in più, perché se guardiamo al dato drammatico di astensionismo record delle politiche, che coincide con le classi più povere, rischiamo di vedere sempre meno partecipazione delle fasce più fragili. Ogni strumento che può allargare la partecipazione è da considerare con grande attenzione.

Schlein apre ad un Partito Democratico “aperto, inclusivo, che allarga la partecipazione anche con nuovi strumenti, empatico, che si mette a disposizione della società“. Un Pd, insomma, che ruota intorno ai concetti di “giustizia sociale, clima, lavoro”.

Quando mi sono candidata ho detto che avrei voluto ridare al Pd una identità chiara e coerente su una visione di futuro che tenga insieme il contrasto a ogni forma di disuguaglianza, la giustizia sociale, il tema del clima e di come affrontiamo la conversione ecologica, e il tema del lavoro di qualità. Perché nell’intrecciarsi di queste tre grandi sfide, la politica è rimasta indietro e non vede quanto siano connesse.

Pd, Schlein: “Un Partito credibile deve difendere le fasce più fragili”

Schlein parla anche dei giovani, considerati “una platea a cui vorremmo rivolgerci”, e attacca la manovra di governo, accusandola di “colpire i poveri anziché la povertà”.

Contratti a termine e voucher vanno nella direzione opposta per dare tutela alle giovani generazioni. E la precarietà incide sulla denatalità. Non lo dico io, lo dice l’Istat. La pandemia ha messo in luce tutto questo. Un Pd credibile deve difendere le fasce più fragili, tra cui i migranti.

Proprio il tema dei migranti è particolarmente caro a Schlein, che a tal proposito ha lavorato molto in Europa nei suoi anni da parlamentare.

Non si fa politica sulla pelle dei migranti tenendoli bloccati in mare o nei porti. Servono meccanismi di redistribuzione, sulla base delle domande di ricongiungimento, se ci sono, o di richieste di ricollocamento. La destra nazionalista non ha mai voluto risolvere il problema. Sono i loro alleati europei che bloccano tutto.

Una chiosa finale sul presunto dualismo con Bonaccini e sulla mancata coesione tra le correnti dem.

C’è una grande stima reciproca, abbiamo condiviso una grande esperienza di governo. E c’è anche con Gianni Cuperlo e Paola De Micheli. Credo che la migliore promessa che possiamo fare al nuovo Pd è quella di riuscire a lavorare bene insieme anche il giorno dopo il congresso. Corriamo per vincere come Pd e ci sarà una grande sorpresa in termini di partecipazione. Non abbiamo bisogno di un uomo solo al comando. Siamo qui per aprire un varco e riuscire a far sì che molte persone riescano ad emergere e si ricongiungano con chi in questi anni non si è sentito rappresentato. Come un ricongiungimento familiare.