Intelligenza Artificiale. Nelle università australiane gli esami torneranno a svolgersi con carta e penna dopo che degli studenti sono stati sorpresi a usare software di Intelligenza Artificiale (IA) per scrivere i temi. Lo riferisce il Guardian nel documentare il processo di rivalutazione degli studenti in corso nelle principali università australiane, proprio per tenere conto della rivoluzione tecnologica che consente di generare testi, inficiando di fatto i metodi vigenti.

Intelligenza Artificiale, i cambiamenti del mondo accademico

Nell’analizzare i cambiamenti in atto nel mondo accademico, alcuni esperti intervistati dal quotidiano britannico sottolineano da un lato la necessità di far fronte a quelle che vengono considerate “minacce all’integrità accademica” mentre altri la considerano una “corsa agli armamenti”, una “battaglia persa per contenere l’Intelligenza Artificiale”. Di fatto le principali istituzioni hanno introdotto nuove regole in base alle quali l’uso dell’IA è definito “un imbroglio”, a maggior ragione dopo che alcuni studenti sono già stati colti in flagrante.

Il The Group of Eight (Go8) – le principali università ad alta intensità di ricerca, che comprende University of Melbourne, the Australian National University, the University of Sydney, the University of Queensland, the University of Western Australia, the University of Adelaide, Monash University and UNSW Sydney – ha affermato di aver rivisto il modo in cui avrebbero eseguito le valutazioni quest’anno a causa della tecnologia emergente.

Il bot ChatGPT

Il bot ChatGPT sta causando il panico ora, ma presto diventerà uno strumento banale come Excel. Il vice amministratore delegato del gruppo, il dott. Matthew Brown, ha affermato che le sue istituzioni stanno “affrontando in modo proattivo” l’intelligenza artificiale attraverso l’istruzione degli studenti, la formazione del personale, la riprogettazione delle valutazioni e strategie tecnologiche e di rilevamento mirate.

La strada verso il blocco negli altri paesi

In realtà, come rileva Il Guardian, il ‘caso’ australiano non è isolato e la tendenza del mondo accademico a rivedere strumenti e regole di valutazione in sede di esame è già in atto in altri Paesi. Ad esempio le scuole pubbliche di New York hanno bandito su tutti i dispositivi ChatGPT, che genera testo su qualsiasi argomento in risposta a un ‘prompt’ o una domanda, accessibile dallo scorso novembre da OpenAI. I docenti hanno espresso preoccupazione per il suo “impatto negativo sull’apprendimento degli studenti” e per il potenziale plagio.
    A Londra, un accademico ha testato il software ponendogli una domanda d’esame del 2022 e secondo lui la risposta data dall’IA è stata “coerente, completa e si attiene ai punti, qualcosa che gli studenti spesso non riescono a fare”, aggiungendo che avrebbe dovuto “impostare un diverso tipo di esame” o privare gli studenti dell’accesso a Internet per i futuri esami. Ora è toccato all’Australia dove il Gruppo delle otto principali università – quelle ad alta intensità di ricerca in tutto il Paese, tra cui Sydney e New South Wales – hanno evidenziato le capacità di ChatGPT e di un’altra tecnologia simile di eludere il software antiplagio fornendo al contempo una scrittura accademica rapida e credibile. Alla luce della tecnologia emergente è stato rivisto il modo in cui andranno eseguite le valutazioni nel 2023.