È fallito il primo tentativo di lancio spaziale dal suolo del Regno Unito da parte di Virgin Orbit. Il mancato lancio è stato comunicato dalla stessa compagnia spaziale britannica che ha spiegato che la causa vada attribuita ad un’anomalia al razzo.
La missione avrebbe dovuto portare il razzo vettore in orbita con il successivo rilascio di nove satelliti. Se l’operazione si fosse conclusa con successo, il Regno Unito sarebbe stato il nono paese al mondo capace di mettere in orbita i satelliti.
Il piano di lancio prevedeva l’utilizzo di un Boeing 747 “Cosmic Girl” opportunamente modificato in grado di trasportare sotto la sua ala il razzo propulsore LauncherOne prodotto da Virgin Orbit che sarebbe poi dovuto entrare autonomamente in orbita. Purtroppo la missione è stata abortita quando gli ingegneri di volo hanno capito che non era stata raggiuta la quota prestabilita.
Eppure inizialmente sembrava che tutto procedesse secondo i piani. Il razzo LauncherOne era decollato tramite il velivolo di trasporto dalla pista dello Spaceport Cornwall della città costiera di Newquay, nel sud-ovest dell’Inghilterra ed era arrivato nella posizione di rilascio sopra l’Oceano Atlantico. A questo punto il razzo si è acceso, si è staccato dal velivolo di trasporto e sembrava salire correttamente. Poi però la base spaziale ha annunciato il verificarsi di un’anomalia e ha dichiarato fallita la missione.
La compagnia spaziale ha immediatamente fatto sapere che non è avvenuto alcun guasto al jet vettore 747 né coinvolgimento all’intero equipaggio di volo che è potuto rientrare illeso sulla pista.
Virgin Orbit fallito primo lancio: previsti nuovi lanci nei prossimi 12 mesi
La missione era stata annunciata come un’importante svolta per l’attività spaziale e un momento storico per tutto il Regno Unito, con l’ambizione di rendere questo Paese un interprete fondamentale nella produzione di satelliti, nella costruzione di razzi e nella creazione di nuovi porti spaziali.
Il vice CEO dell’Agenzia spaziale britannica, Ian Annett, ha espresso rammarico per il fallimento evidenziando la generale difficoltà nel far entrare in orbita una componente spaziale. Tuttavia la compagnia non intende arrendersi e ha già previsto ulteriori tentativi di lancio entro i prossimi 12 mesi.
Matt Archer, direttore del programma di lancio dell’agenzia, ha poi spiegato che il problema si è verificato nel segmento superiore del razzo e ha coinvolto una porzione del motore dello stadio superiore Newtonfour.
“Il motore del secondo stadio presentava un’anomalia tecnica e non ha raggiunto l’orbita richiesta”.
Non è stata comunicata alcuna informazione circa la possibile caduta incontrollata sulla Terra del razzo vettore, ma il direttore ha assicurato che se ciò fosse accaduto sarebbe precipitato su aree disabitate, come da piano sicurezza per tali evenienze. Sul malfunzionamento Virgin Orbit ha aperto un’indagine interna ma l’episodio sarà sottoposto anche all’attenzione di alcuni organi di controllo spaziale.
Tutti i satelliti erano coperti da assicurazioni, pertanto ogni loro produttore verrà opportunamente risarcito del danno subito.
Ripercussioni del titolo in borsa
L’Agenzia spaziale Virgin Orbit appartiene al gruppo britannico Virgin di proprietà di Richard Branson e alla compagnia di investimento Mubadala con sede negli Emirati Arabi Uniti. La società è relativamente nuova sul mercato spaziale poiché la sua attività è stata aperta nel 2017 ma è diventata pienamente operativa solo dal 2020.
L’azienda si prefigge di assicurare un servizio di messa in orbita per satelliti di piccola dimensione, con la progressiva ambizione di diventarne leader nel mercato internazionale.
Tuttavia il primo tentativo di lancio di LauncherOne, avvenuto nel Maggio del 2020 sempre attraverso il jet di trasporto “Cosmic Girl”, non riuscì a raggiungere l’orbita prestabilita. Successivamente la compagnia garantì però quattro voli di successo.
Dan Hart, CEO di Virgin Orbit, ha dichiarato che tutti gli operatori stanno lavorando instancabilmente per comprendere la natura del guasto, intraprendere azioni correttive e tornare in orbita, consapevoli del fatto di non essere riusciti a fornire ai loro clienti un adeguato servizio di lancio.
Il fallimento di questa missione ha generato pesanti ripercussioni sul titolo in borsa. Le azioni di Virgin Orbit infatti sono calate fino al 30% rispetto alla precedente chiusura di 1,93 dollari per azione.