Un database sulle merci britanniche in transito potrebbe sbloccare lo stallo post Brexit tra Regno Unito e Unione europea, che si protrae ormai da mesi, e sciogliere anche il nodo che paralizza la politica nordirlandese. L’accordo, infatti, andrebbe ad impattare direttamente sul Protocollo sull’Irlanda del Nord, la parte dell’accordo di recesso del Regno Unito dall’Unione europea pensata per scongiurare il ripristino di una frontiera fisica tra le due Irlande che è rimasta però nodo irrisolto. Lunedì, al termine di un incontro a Londra, il ministro degli Esteri britannico James Cleverly e il vice presidente della Commissione europea Maros Sefcovic hanno diffuso un comunicato congiunto (altro segnale importante rispetto ai comunicati distinti che hanno contraddistinto tutti gli ultimi incontri) in cui sottolineano di “aver raggiunto un accordo sulla via da seguire per quanto riguarda la questione specifica dell’accesso della Ue ai sistemi informatici del Regno Unito”. Soddisfazione è stata espressa dal portavoce del premier britannico Rishi Sunak, che dal suo insediamento si è subito posto con un atteggiamento più dialogante sul dossier Brexit, e dal vicepremier e ministro degli Esteri irlandese Micheal Martin, oggi a Bruxelles per parlare del Protrocollo con Sefcovic.
Brexit, la creazione di un databese per monitorare le merci britanniche come sblocco al Protocollo per l’Irlanda del Nord. Cos’è, di cosa si tratta.
L’importanza della notizia è tale che si impone un recap. Per preservare l’accordo di pace del 1998 tra l’Irlanda del Nord, parte del Regno Unito, e l’Irlanda, membro dell’Unione europea, ed evitare un confine fisico tra le due parti dell’isola, la Gran Bretagna ha accettato, nell’ambito dell’accordo di divorzio da Bruxelles, di lasciare nella sostanza l’Irlanda del Nord all’interno del mercato unico europeo. Ciononostante si sono resi comunque necessari controlli dal gennaio 2021 su alcuni prodotti provenienti dal resto del Regno Unito, anche se Londra prima ha goduto di periodi di grazia che le hanno permesso di non effettuarli su alcune merci. successivamente Oltremanica hanno cercato di riscrivere l’accordo per ridurre queste barriere e promuovere il libero flusso commerciale tra quelle che i britannici considerano entrambe parti integranti del Regno unito. Bruxelles, da parte sua, chiede da tempo dati in tempo reale sulle merci che attraversano il Mare del Nord per decidere se sono destinate al mercato nordirlandese o comunitario (e dunque richiedono o no controlli, anche di natura sanitaria, per verificarne l’allineamento con le normative Ue). Il nuovo sistema messo ora a punto dalla Gran Bretagna, pur con la necessità di alcuni aggiustamenti, dovrebbe consentire appunto di individuare le merci destinate all’Irlanda del Nord senza bisogno di controllarle. Le ricadute politiche sono molteplici: il tema infatti sta politicamente a cuore agli unionisti protestanti nordirlandesi del Dup, che si oppongono con forza a qualunque controllo Ue su merci britanniche. E che proprio di una riscrittura del Protocollo hanno fatto precondizione per tornare ad applicare l’accordo di condivisione del potere con i nazionalisti dello Sinn Fein, mettendo così fine allo stallo politico che ha lasciato Belfast senza governo dalle elezioni del maggio scorso. La speranza è ora che si possa raggiungere un’intesa definitiva entro il 19 gennaio, data ultima entro la quale, in assenza di un ripristino dell’accordo di governo, saranno convocate nuove elezioni in Irlanda del Nord. Sul fronte più generale della Brexit restano naturalmente questioni importanti che ancora separano Londra e Bruxelles, a cominciare dal ruolo della Corte di giustizia europea. Lo scioglimento del nodo commerciale dopo mesi di muro contro muro è senz’altro un buon punto di partenza.