Usa ragazza uccide fratello e poi confessa. È successo nella cittadina di Tulsa, in Oklahoma: secondo quanto si apprende da media locali, una 12enne avrebbe accoltellato e ucciso il fratellino di 9 anni, prima di confessare il delitto ai genitori. Il piccolo, immediatamente ricoverato dopo l’intervento dei soccorsi, sarebbe morto poche ore dopo il ricovero in ospedale, a causa delle gravi ferite riportate in seguito all’aggressione.
Usa ragazza uccide fratello e confessa: “L’ho accoltellato”
Sarebbe morto, poche ore dopo il ricovero, in seguito alle pesanti ferite riportate, il ragazzino di 9 anni accoltellato dalla sorella 12enne a Tulsa, una cittadina dell’Oklahoma, negli Stati Uniti. Secondo quanto emerso finora dalle indagini e riportato dai media locali, i genitori dei due bambini stavano dormendo al piano superiore dell’abitazione di famiglia, quando sarebbero stati svegliati dalla figlia, che avrebbe ammesso fin da subito di aver accoltellato il fratello. A renderlo noto, la polizia, che ha spiegato di essere stata chiamata ad intervenire in seguito al delitto lo scorso giovedì, trovando sul posto, al suo arrivo, un’ambulanza, giunta per cercare di rianimare il piccolo, poi deceduto in ospedale.
Non è ancora chiaro se l’aggressione sia avvenuta al termine di una lite tra i due; l’adolescente, subito trasferita in custodia minorile presso l’Unità di crisi infantile della polizia di Tulsa, incaricata delle indagini, sarebbe detenuta ora presso il Family Center for Juvenile Justice. Saranno gli inquirenti a ricostruire le esatte dinamiche di quanto accaduto. Per ora, dagli interrogatori, non sembrerebbe essere emerso niente di rilevante. “Ovviamente le abbiamo già posto alcune domande – ha fatto sapere il capitano Meulenberg a Fox 23 -, ma gli interrogatori con un dodicenne sono molto complicati. Sfortunatamente non sarà un’indagine facile, ma si tratterà di un processo lungo, complicato e faticoso per tutte le persone coinvolte”.
Quello di Tulsa non è stato il primo omicidio commesso nel nuovo anno e neanche il primo tra fratelli: lo scorso 3 gennaio, un uomo di 39 anni di nome Clifton Speed aveva sparato e ucciso il fratello maggiore, Byron, al termine di una lite.
Bambino di 6 anni spara alla maestra dopo un rimprovero
Solo qualche giorno fa, un altro tragico delitto aveva coinvolto un minore, sempre negli Stati Uniti: un bambino di 6 anni aveva sparato a un’insegnante della scuola elementare Richneck Elementary a Newport News, in Virginia, ferendola gravemente, probabilmente dopo un rimprovero. Sembra che il bambino, ora sotto custodia della polizia, avesse portato l’arma in aula da casa: una volta arrivato, avrebbe estratto la pistola dal suo zainetto, puntandola contro la maestra e facendo fuoco, prima che chiunque potesse intervenire. “È molto difficile da elaborare che un 6enne possa portare una pistola a scuola o come abbia imparato a usarla – ha dichiarato subito dopo i fatti il Sindaco di Newport News, Phillip Jones -. I responsabili saranno chiamati a rispondere. Posso prometterlo”. Sconvolti anche i genitori degli alunni della scuola. L’impressione generale è che la vicenda sia talmente inusuale, oltre che grave (prima di ora, solo una volta un bambino aveva portato un’arma in aula, ferendo un compagno), che nessuno sappia come comportarsi; ciò che è certo, è che le leggi della Virginia, come ricordano i media americani, non prevedono la perseguibilità del bambino di sei anni. Esiste, invece, la possibilità di togliere per via giudiziaria i figli dalla custodia dei genitori che si rivelino inadempienti o corresponsabili per colpa. Saranno gli agenti locali, supportati da avvocati, a capire come procedere, mentre negli Usa è già polemica sull’accesso alle armi di quanti vorrebbero limitarne l’uso. È stata, secondo il preside dell’istituto, “una lezione sulla violenza delle armi e su come le armi possano sconvolgere non solo l’ambiente scolastico, ma anche una famiglia, una comunità”.