Antonio Tajani, ministro degli Esteri nell’attuale legislatura, ha fatto luce sull’ipotesi che l’ex presidente del Brasile Jair Bolsonaro possa prendere in futuro la cittadinanza italiana insieme ai due figli.

Durante un intervento radiofonico sulle frequenze Rai, l’ex coordinatore di Fi ha smentito voci che insistevano sulla richiesta di cittadinanza, anche perché “la sua approvazione è autorizzata da leggi specifiche secondo cui alcune categorie di persone hanno diritto di diventare cittadini italiani se lo vogliono“. L’indiscrezione pare fosse trapelata da un tabloid sudamericano e ha provocato l’immediata reazione del fronte dell’opposizione parlamentare.

Cittadinanza italiana a Bolsonaro, Tajani condanna i fatti di Brasilia

Dunque una netta presa di posizione da parte di Antonio Tajani, anche sul ruolo che Bolsonaro avrebbe avuto nei tumulti che hanno agitato i giorni scorsi il Paese con l’assalto al palazzo presidenziale e il tentato golpe che ha portato a circa un migliaio di arresti.

Come ricordato dal titolare della Farnesina, il governo italiano ha fermamente condannato i fatti di Brasilia. Anche lui stesso, tramite il profilo ufficiale istituzionale, aveva scritto che “ogni atto di violenza contro le istituzioni democratiche va condannato e i risultati elettorali sempre e comunque rispettati“.

L’intervista a Radio anch’io ha poi toccato gli altri temi di stretta attualità: il rapporto Roma-Kiev sulle armi, ma anche il quadro europeo in merito con la firma in data odierna del nuovo patto Ue-Nato; le frizioni tra la Russia e il ministro della Difesa Crosetto; l’immigrazione e la cooperazione Italia-Francia.

Vita in esilio per l’ex presidente

Intanto il leader ultraconservatore assiste da Orlando, in Florida, a quanto avviene a diverse migliaia di chilometri di distanza. Dopo aver negato il passaggio di consegne al rivale Lula, essendo scappato dal Brasile il 29 dicembre scorso, Bolsonaro ora rischia di essere incriminato ed estradato dagli Stati Uniti, con diversi parlamentari democratici pronti a fare pressione su Joe Biden. Anche perché le analogie tra l’assalto a Planalto e quello a Capitol Hill sono considerevoli (senza contare il fatto che in patria Bolsonaro ha ben quattro inchieste giudiziarie a carico).

Al momento il capo del Pl si trova ricoverato in ospedale dopo aver accusato forti dolori addominali. Per il momento, il suo rifugio provvisorio è rappresentato dalla sontuosa residenza di José Aldo, ex campione di arti marziali brasiliano dell’Ultimate Fighting Championship (Ufc), conosciuto sostenitore bolsonarista.

L’unica certezza riguarda la sua progressiva uscita dalle scene pubbliche. Mentre i suoi figli venivano paparazzati insieme a Trump, Bolsonaro è stato immortalato in qualche sporadico scatto dai fotografi ed è stato visto cenare in un fast food. Eppure, sono in molti a nutrire la consapevolezza che le sue azioni e le sue parole passate abbiano poi mosso i fili provocando la guerriglia urbana a cui abbiamo assistito.

Rispetto a casi precedenti, questa volta il leader ha preso in mano il suo profilo Twitter e ha pubblicato un post in cui non giustifica le azioni compiute dai suoi sostenitori. Nel post si legge che “gli episodi di violenza non fanno parte di uno stato democratico, esattamente come quelli compiuti dai comunisti di Lula nel 2013 e nel 2017“.