Casa, proprietari ‘costretti’ a ristrutturare e a effettuare lavori di efficienza energetica: è in arrivo entro marzo 2023, infatti, la direttiva dal Parlamento europeo che detta i vincoli e i requisiti di consumo energetico delle abitazioni. Sul fronte “green” – e dopo le auto alimentate a gasolio – il nuovo obiettivo europeo sulla riduzione dei consumi energetici è quello delle abitazioni. La direttiva di Bruxelles è in dirittura di arrivo con l’approvazione prevista il 24 gennaio prossimo in Commissione energia del Parlamento europeo e l’approvazione definitiva del provvedimento entro il prossimo 13 marzo. Dopo che i lavori parlamentari avevano subito un accantonamento nell’ultimo anno, adesso sembrerebbe giunto il momento per approvare la direttiva in via definitiva, complici i target di risparmio energetico da raggiungere entro il 2030 e il traguardo delle “zero emissioni” da tagliare entro il 2050. I proprietari di casa dovranno dunque adeguarsi alla direttiva e far partire i lavori di ristrutturazione delle proprie abitazioni guadagnando “classi energetiche”.

Casa ristrutturare efficienza energetica, obblighi in arrivo da Bruxelles: ecco quali sono le classi da raggiungere

In dirittura d’arrivo, dunque, la direttiva europea sull’efficientamento energetico degli edifici, almeno secondo il testo che si sta discutendo in Commissione energia del Parlamento europeo. Il prossimo step è previsto per il 24 gennaio prossimo quando – salvo rinvii – dovrebbe esserci l’ok in Commissione e, a seguire, il via libera definitivo in Parlamento che dovrà adottare il provvedimento non oltre il 13 marzo prossimo. L’obiettivo più importante da raggiungere è quello di assicurare, con lavori di ristrutturazione e di efficienza energetica, l’acquisizione di due classi energetiche alle abitazioni entro il 1° gennaio 2030, anno nel quale l’Europa nel suo complesso dovrà aver abbattuto il 55% delle emissioni, come previsto dal Green Deal e dall’Agenda 2030. Per arrivare a questo risultato, la classe energetica minima da raggiungere per tutti gli edifici sarà la “E” ma, entro i successivi tre anni, è previsto un altro step che dovrà ulteriormente incrementare l’efficienza energetica con la classe “D” raggiunta dal patrimonio immobiliare. A darne notizia è Il Messaggero che informa dello stato di adozione della nuova direttiva europea, inizialmente con vincoli ancora più gravosi e urgenti (raggiungimento da subito della classe “D” per poi virare verso la “C”) e da raggiungere entro il 2027. Nonostante il rinvio di tre anni, nella sostanza la direttiva mescola di poco le carte in tavola. Tutti gli Stati membri, infatti, dovranno adottare la direttiva europea e regolarsi al proprio interno per accrescere l’efficienza energetica del proprio patrimonio immobiliare ed edilizio, favorendo misure volte a ristrutturare parzialmente o interamente gli edifici.

Come cambia il marcato immobiliare e dei mutui

L’adesione alla direttiva dei Paesi membri lascia autonomia nella scelta delle misure da emanare e delle sanzioni previste per i proprietari delle case che non si adeguino ai nuovi obiettivi di efficientamento energetico. In realtà, una prima conseguenza alla quale andranno incontro i proprietari delle case sarà la svalutazione del proprio immobile non conforme agli standard in arrivo da Bruxelles. In Italia, secondo le ultime informazioni rilasciate da Enea, sei case su dieci rientrano nelle classi energetiche più basse, la “G” e la “F”. Chi possiede abitazioni rientranti in queste due classi, una volta approvata definitivamente la direttiva europea, sarà “costretto” a effettuare lavori di ristrutturazione e di miglioramento dell’efficienza energetica. L’effetto della direttiva si riverserà anche sui mutui e sui sistemi bancari, dal momento che la garanzia concessa sui prestiti grava sull’immobile stesso. Ma cosa succederà se, nel corso degli anni di pagamento delle rate, i proprietari degli immobili vedranno erodere il valore della propria abitazione? Probabilmente, anche le banche saranno interessate da una riforma in tal senso, con le autorità di vigilanza a livello europeo che chiederanno agli istituti di rivedere la scala delle garanzie stesse, adeguandola alla nuova direttiva. Nel nuovo provvedimento dovrebbero trovare esenzioni agli adeguamenti energetici gli edifici di interesse storico che, inizialmente, figuravano tra gli immobili da ristrutturare. Ma si tratta di un cerchio ristretto di immobili “ufficialmente protetti”, ovvero sottoposti al vincolo che, tuttavia, manca per molti degli edifici situati nei centri storici dei comuni italiani. I proprietari, dunque, si vedranno obbligati a ristrutturare. Tra gli edifici salvaguardati dalla direttiva rientrano quelli di culto e le chiese, gli immobili abitati per meno di quattro mesi all’anno e le abitazioni indipendenti non eccedenti i 50 metri quadrati.