Aleksander Mateusz Chomiak, il 24enne di origini polacche responsabile dell’accoltellamento di Abigail Dresner la sera del 31 dicembre scorso alla Stazione Termini di Roma e bloccato poi a Milano, dove è stato sottoposto a fermo, potrebbe essersi macchiato di un ulteriore delitto. A darne la notizia, questa mattina, è l’edizione romana di Repubblica: sembra che un dettaglio in particolare collegherebbe il giovane a uno stupro avvenuto in zona Garbatella a fine settembre. Sarà l’esame del Dna a confermare un suo possibile coinvolgimento nella violenza.

Aleksander Mateusz Chomiak e la pista dello stupro

Prima Venezia, Torino e Livigno. Poi Roma. Aleksander Mateusz Chomiak, fuggito dalla Polonia, dove era ricercato per furto, da mesi si trovava in Italia quando, la sera del 31 dicembre scorso, ha deciso, per motivi ancora in corso di accertamento, di scagliarsi contro la turista israeliana Abigail Dresner alla Stazione Termini di Roma, accoltellandola. Il suo nome era stato diffuso sui social dall’edizione polacca di “Chi l’ha visto?”, che si occupa di ricercare le persone scomparse; in un post del 14 dicembre – poi rimosso – si affermava che il ragazzo dormiva nei treni, stazionando davanti ai fast food per racimolare spiccioli. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, era stato anche ricoverato, proprio a Roma, dopo essere “crollato per strada”, prima di essere accompagnato in un centro per senzatetto.

Da qui il ragazzo si sarebbe allontanato, vivendo per strada, forse proprio presso la Stazione Termini, dove era già stato avvistato nei mesi antecedenti al tentato omicidio. Ad incastrarlo, benché continui a dichiararsi innocente, sono state le immagini dei filmati delle videocamere di sorveglianza, che hanno ripreso l’aggressione e la fuga del 24enne, poi fuggito alla volta di Milano. Catturato grazie all’intervento di due carabinieri fuori servizio, che lo hanno riconosciuto su un treno in partenza diretto a Brescia, alla Stazione Centrale di Milano, è stato sottoposto a fermo e si trova al momento nel carcere di San Vittore, in attesa di essere trasferito a Rebibbia. Secondo il prefetto di Roma, Bruno Frattasi, si tratterebbe dell'”opera di un folle e non di un atto predatorio, di un tentativo di rapina o di un’aggressione sessuale”.

Ma, nel corso delle indagini, è ora emerso un dettaglio che sembrerebbe collegare Chomiak ad un altro delitto avvenuto nella Capitale. Secondo quanto riportato questa mattina dall’edizione romana di Repubblica, sembra infatti che il giovane, al momento dell’aggressione, indossasse dei guanti in lattice – circostanza che potrebbe portare a contestare la premeditazione -, proprio come l’aggressore che, lo scorso settembre, aveva stuprato una donna in zona Garbatella: in quell’occasione, un lembo dei guanti dello stupratore era rimasto incastrato in uno sportello dell’automobile. Sembra inoltre che, in entrambi i casi, l’aggressore non si sia rivolto alle vittime durante gli atti. Sarà la verifica del Dna a chiarire se possa essersi trattato di Chomiak.

La polizia ha già in mano i dettagli genetici dello stupratore: basterà confrontarli con quelli dell’aggressore di Termini. L’episodio di violenza, avvenuto alla fine di settembre, aveva riguardato una donna sulla quarantina che, nel corso di una serata in compagnia di amici, si era allontanata per andare a prendere qualcosa nella sua auto, quando era stata aggredita e violentata da un uomo. A trovare la donna riversa a terra, in lacrime, gli amici che, dopo averla persa di vista per un po’, avevano deciso di andare a cercarla, preoccupati che potesse esserle accaduto qualcosa. Giubbotto rosso, italiano stentato, con forte accento straniero, carnagione olivastra e altezza medio-alta: questo l’identikit fornito dalla vittima dopo l’aggressione. Anch’esso potrebbe aiutare a verificare che le voci su un possibile coinvolgimento di Chomiak nella violenza siano o meno fondate.