Non si arresta l’aumento dei prezzi di benzina e diesel che continuano a salire dopo che dal primo gennaio 2023 sono terminati gli incentivi sulle accise introdotti dal governo Draghi a partire da marzo 2022, per calmierare i rincari dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Il mancato rinnovo al taglio delle accise (che sono imposte fisse al litro che gravano sul prezzo finale) da parte del governo Meloni non solo ha fatto schizzare al rialzo i prezzi alla pompa, ma ha riportato l’Italia tra i paesi più cari d’Europa sul fronte dei carburanti. Secondo il sito Quotidiano energia, il prezzo medio della benzina servito è salito a 1,965 euro al litro, mentre quello del diesel è arrivato a 2,023 euro.

Aumento dei prezzi di benzina e diesel, il piano del governo Meloni per calmierare gli aumenti

Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, hanno fissato per oggi un incontro con il comandante generale della guardia di finanza, il generale Giuseppe Zafarana. L’obiettivo, ha reso noto Palazzo Chigi, è “fare il punto e valutare ogni possibile ulteriore azione di contrasto alle speculazioni in atto sui prezzi dei carburanti”. Dopo la scelta fatta in manovra di non rinnovare lo sconto sulle accise della benzina, il governo prova dunque a correre ai ripari e starebbe valutando un intervento per calmierare gli aumenti. Intanto il ministro delle imprese, Adolfo Urso, promette verifiche incrociate di guardia di finanza e di “mister prezzi” (il garante per la sorveglianza dei prezzi) a tutela dei consumatori. Sono in molti, infatti, a chiedersi cosa sta succedendo ai prezzi della benzina e se davvero c’è qualcuno che sta speculando sull’aumento del carburante. Per Quotidiano energia, il prezzo medio nazionale della benzina in modalità self è 1,821 euro al litro (1,814 il dato del 5 gennaio). Il prezzo medio praticato del diesel self è a 1,879 euro al litro (contro 1,875). Per quanto riguarda il rifornimento servito, la benzina è arrivata a 1,965 euro, il diesel a 2,023. In autostrada poi i prezzi salgono ancora. Secondo il sito di energia Staffetta quotidiana, la benzina in modalità servito sale a 2,171 euro, il self costa 1,912 euro al litro. Per il gasolio in autostrada si spendono 1,963 euro al litro per il self e 2,223 per il servito. Il Codacons fa sapere che un pieno di benzina costa 8,9 euro in più rispetto a quanto costava a fine dicembre, cioè 214 euro ad automobilista all’anno. L’Unione nazionale consumatori parla poi di un aumento di 9 euro e 15 centesimi per un pieno da 50 litri. In vista dello stop al prezzo calmierato, già da fine 2022 il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ha incaricato la guardia di finanza di intensificare i controlli contro le eventuali speculazioni sul prezzo della benzina, in particolare sulla rete autostradale e in contesti territoriali sensibili. La finanza ieri ha reso noto che l’anno scorso, da marzo a dicembre, ha effettuato un monitoraggio per verificare l’andamento dei prezzi nella fase di variazione delle aliquote di accisa, controllando l’effettiva attuazione degli sconti decisi nel tempo dall’esecutivo. In questi mesi, si legge in una nota, sono stati 5.187 i controlli effettuati in tutta Italia, con 2.809 violazioni contestate. Di queste, 717 hanno riguardato proprio la mancata esposizione e/o difformità dei prezzi di diesel, gas e benzina verde praticati rispetto a quelli indicati. Le altre 2.092 violazioni, invece, riguardano l’omessa comunicazione dei prezzi al ministero delle imprese e del made in Italy. Il ministro delle imprese Adolfo Urso ha parlato di “casi eclatanti e non giustificabili”. L’esponente del governo ha spiegato che sul caro carburante “abbiamo coordinato una duplice azione per stroncare la speculazione”. Da un lato, il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, “con la guardia di finanza”. Dall’altro lato, il suo ministero, col monitoraggio per “evidenziare subito ogni anomalia e ogni tentativo di speculazione”. Infine il vicepremier Matteo Salvini da Brescia ha annunciato che in Consiglio dei ministri “ragioneremo se, fra guerra, caro materiali e caro materie prime, sia il caso di intervenire e ci siano denari per farlo”. Poi ha aggiunto: “Sono contento che ci siano dei controlli a tappeto, perché anche in questo caso, come nel caso del gas e della luce, qualcuno ne sta approfittando”.

Le principali cause dell’aumento incontrollato del prezzo sul carburante

Tralasciando le violazioni contestate dalla finanza e le accuse di “speculazione” fatte dal governo e dalle associazioni dei consumatori agli operatori del settore petrolifero, la verità è che a incidere sui prezzi in aumento c’è soprattutto la decisione del governo Meloni di eliminare lo sconto di 18,3 centesimi al litro sulle accise (le tasse sui carburanti), introdotto dall’esecutivo Draghi dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Uno sconto che da marzo 2022 è costato un miliardo di euro al mese, finanziato soprattutto con un extra-gettito, cioè un maggior introito dall’Iva rispetto alle previsioni. Tuttavia i dati non evidenziano una speculazione in atto: il confronto tra gli ultimi giorni del 2022, quando ancora gli automobilisti avevano uno sconto di 18,3 centesimi al litro, e i primi del 2023 indicano infatti un aumento medio perfettamente in linea con il taglio del contributo pubblico. In altre parole se i prezzi dei carburanti sono tornati a salire è soprattutto perché il governo ha deciso di aumentare di nuovo il valore delle accise. Un aumento atteso e del resto inevitabile dopo un anno di blocco.