Emanuela Maccarani allenatrice ginnastica ritmica non ci sta e ha deciso di rispondere colpo su colpo alle accuse di maltrattamenti dalle sue allieve dell’Accademia di Desio. La procura federale l’ha deferita insieme alla collaboratrice Olga Tishina dopo l’apertura delle indagini per maltrattamenti da parte dei pubblici ministeri di Monza con quindi la giustizia sportiva chiamata a pronunciarsi così come quella civile. Ora la sua scuola è stata commissariata, ma lei ha deciso di dire la sua e difendersi.
Emanuela Maccarani allenatrice ginnastica ritmica maltrattamenti, la risposta alle accuse
In un’intervista al Corriere della Sera pubblicata questa mattina Emanuela Maccarani si difende dalle accuse pesantissime che negli ultimi mesi le sono piovute addosso: “L’opinione pubblica mi vede come la cattiva della storia. Come può a questo punto la Federginnastica non mandarmi via? Ma chi mi conosce sa che tipo di persona sono. Non trovo un senso ma capisco che c’è una nuova sensibilità verso body shaming, bullismo, abusi, violenza verbale. E c’è chi ha ritenuto di farci un investimento. Con i social, poi, viaggia tutto velocissimo”, rimarcando l’ipotesi di un complotto mediatico verso di lei “Vedo una regia mediatica, ora tocca alla ritmica. Ed è giustissimo occuparsene, lo stavo già facendo sotto la mia direzione tecnica”.
Accuse da un’atleta scartata dalle Olimpiadi
Emanuela Maccarani poi sottolinea come Anna Basta non si sia ritirata per i maltrattamenti ricevuti dall’allenatrice, ma per la delusione di non essere andata alla rassegna a cinque cerchi: “Anna se n’è andata a maggio 2020, nessuno si era accorto del suo disagio. Il problema non erano i chili, era la tecnica. Le Olimpiadi si fanno in 5 e lei era la sesta. Le ho detto: vai a casa, concentrati prova a migliorare, ci risentiamo. È sparita. Ma non è il fallimento di nessuno. Anna non voleva più la ginnastica e si è portata dietro il conflitto in famiglia. Le serviva un alibi: non essere stata capita da me”, l’accusa dell’allenatrice.
Il rapporto con Galtarossa e il rito della bilancia
Emanuela Maccarani risponde anche alle accuse su una presunta aggressività con la pesa alla bilancia: “Non è mai esistito un rito collettivo, lo facevano le mie assistenti tutte le mattine, certo non io. Le ragazze si cambiavano in spogliatoio e si pesavano prima di indossare la divisa. Se fosse successo qualcosa di sbagliato, sarei venuta a saperlo. Nel 2011 ho allontanato un’allenatrice che stava troppo addosso alle ginnaste”, mentre su Giulia Galtarossa spiega “Nel 2013 è diventata mia assistente. La pesa fino a Rio la faceva lei. Certo che può essere successo che duecento bambine in tutto il Paese abbiano avuto la percezione di essere state maltrattate, la mia Accademia non c’entra”, si giustifica.
Il suo un metodo vincente
L’allenatrice Emanuela Maccarani sottolinea poi come il suo metodo abbia permesso alla ginnastica ritmica italiana di diventare una delle più vincenti al mondo e di come i maltrattamenti siano inesistenti: “C’è una scuola, c’è un metodo, vinciamo da vent’anni. Non è per niente banale. Se le emozioni le tiri fuori, le provi. Io non ho mai maltrattato nessuno. La ritmica è uno stato d’animo. Le ginnaste azzurre sono belle, leggiadre, armoniose. Impossibile fingere”.