Bolsonaro ricoverato per “forti dolori addominali”. L’ex presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, è ad Orlando, in Florida (ormai dall’elezione di Lula alla guida del paese), è stato ricoverato in ospedale per problemi di salute, lo scrive il sito del quotidiano carioca O Globo. Il quotidiano ricorda come l’ex presidente brasiliano sia stato ricoverato più volte, per blocchi intestinali, dopo l’accoltellamento durante la campagna elettorale nel 2018. La più recente a novembre, quando è stato assistito all’Ospedale delle Forze Armate a Brasilia. L’ex presidente si è recato negli Stati Uniti due giorni prima che Luiz Inacio Lula da Silva assumesse la carica di presidente ed è ancora in America.
Bolsonaro ricoverato per forti dolori addominali, potrebbe essere convocato in Brasile
Mentre proseguono i lavori al Congresso brasiliano per formare una commissione di inchiesta sul ruolo proprio dell’ex presidente, nell’assalto condotto da migliaia di suoi sostenitori contro le sedi delle istituzioni democratiche di Brasilia. Ed una delle prime azioni della commissione sarà la richiesta del ritorno in Brasile dell’ex presidente che ora si trova in Florida. “Bolsonaro potrà essere convocato, deve venire a rispondere dei crimini che ha commesso. Dopodiché sarà indagato”, ha dichiarato l’ex presidente del Senato, Renan Calheiros, intervistato dal giornale ‘Valor’. Calheiros, che ha partecipato alla commissione speciale che ha indagato sulla gestione da parte del governo di Bolsonaro della pandemia, ha indicato che crede che i lavori della nuova commissione di inchiesta potranno iniziare ai primi di febbraio. Al centro delle indagini non vi sarà solo il ruolo di Bolsonaro, ha aggiunto: “abbiamo l’opportunità di indagare tutto, chi ha collaborato all’interno delle Forze Armate, gli imprenditori che hanno finanziato queste azioni e chi ha collaborato tra i politici”.
Bolsonaro ha condannato gli attacchi al potere avvenuti in Brasile
L’ex presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, ha condannato l’attacco ai palazzi del potere a Brasilia portato avanti dai suoi sostenitori. “Le manifestazioni pacifiche, secondo la legge, fanno parte della democrazia. I saccheggi e le invasioni di edifici pubblici, così come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017, sono illegali”, ha scritto Bolsonaro su Twitter. Circa 1.200 persone sono state arrestate in seguito ai disordini scoppiati nella capitale. Stando a quanto riportato da GloboNews, gli arresti sono stati eseguiti dalla polizia federale, in ottemperanza a quanto disposto ieri con decreto dal presidente della Repubblica. Gli arrestati sono stati portati al quartier generale della polizia federale con almeno 40 autobus. Lula ha parlato di “attacco vandalo e fascista” contro le istituzioni democratiche e ha assicurato che i “terroristi” saranno “puniti in modo esemplare. Tra i manifestanti di ieri anche il nipote dell’ex presidente del Brasile: Leonardo Rodrigues de Jesus, noto come ‘Leo Indio’. È stato identificato grazie ai numerosi video e foto postati sul suo Instagram personale, che lo mostravano in piedi tra la folla che circondava il Congresso brasiliano. Ma ha negato qualsiasi atto vandalico parlando di teppisti ‘mascherati da patrioti’.
Nessuna richiesta di estradizione per Bolsonaro
Intanto dalla Casa Bianca fanno sapere che non c’è nessuna richiesta ufficiale da parte del governo brasiliano riguardo a possibili estradizioni per Bolsonaro. Così il consigliere per la Sicurezza Nazionale Usa, Jake Sullivan, rispondendo alle domande dei giornalisti, durante un briefing a Città del Messico. “Ovviamente se dovessimo ricevere una richiesta di questo tipo noi la tratteremmo come facciamo sempre. Con la massima serietà”, ha poi aggiunto Sullivan. “A quanto so – ha aggiunto – non siamo in diretto contatto con Bolsonaro, quindi non posso dire nulla riguardo a dove si trovi”.