Iniziamo col dire che il settore chimico in Italia ha un valore moto alto. Si pone al gradino più in alto in Europa e al decimo al mondo. Trecento mila persone specializzate, anzi altamente specializzate lavorano in 3306 imprese che producono un fatturato che si aggira intorno ai 228 miliardi di euro.
Prime 10 aziende chimiche italiane, fatturato:
Vediamo insieme le aziende italiane e la loro produzione in termini di soldi. Questi dati sono stati estrapolati dalla Federchimica in riferimento al periodo pre-pandemia
- Versalis – 3381 milioni
- Gruppo Mapei – 2772 milioni
- GruppoBracco – 1199 milioni
- Radici Group – 1019 milioni
- Gruppo Sol – 974 milioni
- P&R Group – 864 milioni
- Coim Group – 780 milioni
- Gruppo Siad – 692 milioni
- Polynt Group – 671 milioni
- Gruppo Sapio – 629 milioni
Prime 10 aziende chimiche italiane, fatturato: i molti posti di lavoro che danno
Se ci giriamo intorno tutto quello che viviamo, tutto quello che vediamo e che non vediamo è frutto della chimica, la scienza a cui affidarsi per la sostenibilità ambientale.
Inoltre c’è da affermare con con convinzione che l’industria chimica crea molti posti da lavoro e rappresenta un grosso “trascinatore economico” per molti paesi sviluppati che se ne servono per produrre materie prime e riversale nel mercato mondiale. Anche in Italia, questo tipo di industria concede lavoro a molte persone.
Se complessivamente da lavoro a 300 mila persone, sempre estrapolando dalla Federchimica vediamo quante persone lavoro nelle prime dieci aziende chimiche Italiane.
- Versalis – 4304 dipendenti
- Gruppo Mapei – 2357 dipendenti
- GruppoBracco – 600 dipendenti
- Radici Group – 1562 dipendenti
- Gruppo Sol – 1248 dipendenti
- P&R Group – 2927 dipendenti
- Coim Group – 480 dipendenti
- Gruppo Siad – 1214 dipendenti
- Polynt Group – 944 dipendenti
- Gruppo Sapio – 1405 dipendenti
La prima azienda chimica italiana è Versalis (Eni)
Prime 10 aziende chimiche italiane, fatturato: quelle sul podio
VERSALIS GRUPPO ENI
Nello scalino più alto del podio si pone il gruppo Versalis (un gruppo appartenente all’ENI) che come si evince dalle righe sopra ha venduto i propri prodotti per un ammontare di 3,3 miliardi di euro. Tanto, veramente tanta roba direbbe qualcuno se non sapesse che nel confronto con il 2019 perde quasi il 20%. Infatti l’anno prima aveva avuto un ricavo di 588 milioni in più.
MAPEI GROUP E GRUPPO BRACCO
Alla seconda posizione sempre rivolgendo lo sguardo alla classifica di sopra troviamo il gruppo Mapei con circa 2,8 milioni di euro: leader a livello mondiale nella produzione degli adesivi e dei prodotti chimici per l’edilizia.
Al terzo posto troviamo la società specializzata nei mezzi di contrasto per immagini diagnostiche che fa riferimento al Gruppo Bracco con 1,2 miliardi di euro di fatturato registrato.
I prodotti chimici nei vari settori
I prodotti chimici li ritroviamo ovunque. Dappertutto vengono utilizzati e sfruttati da molte attività economiche. Essi vengono impiegati nel campo dell’agricoltura per il 4,3% e nel campo dei servizi dai trasporti e dalle comunicazioni in una percentuale del 12,6%.
Vengono consumati anche dalle famiglie, in questo caso si registra il 12,9% e maggiormente adoperati nel settore dell’industria, specie in quello della gomma e della plastica per il 20% e in quello del tessile (5,7%) e della lavorazione dei metalli (5,3%).
Qual’é il prodotto chimico più usato al mondo
Tanto gli zuccherifici quanto i produttori dei fertilizzanti, le cartiere e le distillerie e i produttori di farmaci utilizzano l’acido solforico: il il reagente chimico volgarmente conosciuto ai più come vetriolo è il prodotto chimico più usato al mondo.
L’industria della chimica rappresenta il settore meno indebitato
L’industria chimica è quella più forte di tutte le altre rispetto al rischio di fallimento, nel senso che sono solide e non hanno da temere nulla. Le insolvenze bancarie che si registrano sono solo l’1,1% dei prestiti.
Dunque è il settore che vanta un importante primato sotto questo punto di vista. Non si può dire la stessa cosa per gli altri settori quali quelli dell’edilizia, del mobilificio e della moda.
L’export rendono forti le aziende chimiche italiane
E’ grazie all’export dei prodotti dell’industria chimica italiana registrata al 31% che le aziende chimiche hanno contrastato la perdita occupazionale. In questo settore si è fermata solo all’8% contro il 15% del totale dell’industria manifatturiera italiana.
Il settore chimico esce rafforzato da un ottimo rapporto produzione – vendita, pertanto non ha avuto poi così tanta necessita di tagliare il personale. In base ai dati ISTAT il settore chimico si posiziona al terzo posto nella classifica di competitività. Il settore farmaceutico e delle bevande in questo senso gli fanno ottima compagnia.
Le aziende chimiche italiane sono innovative
Se parliamo di chimica subito ci tuffiamo sulla ricerca e ricerca sta a significare innovazione. Non deve essere una sorpresa per nessuno se diciamo che tra le aziende chimiche c’è un buon 89% di aziende innovative. Il 60% sono le aziende che svolgono attività di ricerca e sviluppo anche se spesso si tratta di aziende di piccole dimensioni.