Sclerosi, nuova cura staminali. Primi risultati incoraggianti dallo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature sulla terapia per la sclerosi multipla progressiva a base di cellule staminali del cervello: non solo sarebbero in grado di rallentare la malattia, ma sarebbero anche ben tollerabili. Il condizionale è d’obbligo perché tali importanti evidenze, avvertono i ricercatori, dovranno essere confermati da una sperimentazione più ampia.

Sclerosi, nuova cura con le staminali: lo studio

Sono passati quasi cinque anni da quando a un paziente affetto da sclerosi multipla progressiva è stata somministrata per la prima volta al mondo la terapia a base di cellule staminali del cervello nell’ambito dello studio STEMS dell’Ospedale San Raffaele di Milano. Da allora i medici e ricercatori dell’Unità di ricerca di Neuroimmunologia e del Centro Sclerosi Multipla dell’IRCCS hanno raggiunto importanti risultati. Hanno coinvolto altri undici pazienti che non avessero già sperimentato le terapie disponibili traendone benefici, poi hanno infuso le cellule direttamente nel liquido cerebrospinale, in un numero compreso tra le 50 e le 500 milioni. Analizzando l’evoluzione della sintomatologia nel tempo, i ricercatori hanno potuto osservare una riduzione dell’atrofia cerebrale nei pazienti trattati con il maggior numero di cellule staminali e la sicurezza e la tollerabilità del trattamento.

Cellule staminali neurali, come funzionano?

Le cellule staminali neurali, o del cervello, agiscono specializzandosi in tutti i tipi di cellule nervose. Una volta immesse nel liquido cerebrospinale raggiungono le aree del cervello colpite dalla malattia e il midollo spinale. Nei modelli animali, è stato dimostrata la capacità di rilasciare sostanze pro-rigenerative. L’innovazione dello studio del San Raffaele sta nell’infonderle anche agli umani. “I dati pubblicati non sono ancora sufficienti per considerare questa opportunità, come una vera e propria terapia” spiega Gianvito Martino, il direttore scientifico, “Il passo successivo sarà quello di procedere con un nuovo studio clinico sperimentale che coinvolga un gruppo più ampio di pazienti, con l’obiettivo di dimostrare, da un lato l’efficacia delle cellule staminali neurali nel bloccare la progressione di malattia, dall’altro lato la loro capacità di favorire la rigenerazione delle aree del sistema nervoso danneggiate”.