Proteste Iran Ue, tutto ad un tratto l’Europa alza la testa ufficialmente. E si indigna. Il segretario generale del Servizio europeo per l’azione esterna (Seae), Stefano Sannino, ha convocato, a nome dell‘Alto rappresentante, l’ambasciatore dell’Iran presso l’Unione europea, Hossein Dehghani, per “ribadire il forte sgomento dell’Ue per l’esecuzione del 7 gennaio di Mohammad Mehdi Karami e Seyyed Mohammad Hosseini arrestati e condannati a morte in relazione alle proteste in corso in Iran“.
Sannino – si legge in una nota del Seae – ha ribadito l’appello dell’Ue alle autorità iraniane affinché “cessino immediatamente la pratica fortemente condannabile di imporre ed eseguire condanne a morte nei confronti dei manifestanti“.
Ma anche di “annullare senza indugio le recenti condanne a morte già pronunciate nel contesto delle proteste in corso e di garantire un giusto processo a tutti i detenuti“
Proteste Iran Ue. Il passo ufficiale che mancava
Sembra ci sia stata l’azione che tutti volevano e aspettavano. Quell‘azione ufficiale che la comunità europea ancora non aveva svolto da un punto di vista serio e soprattutto deciso e perentorio. Certo ci vorrebbe un’azione del Parlamento europeo, ma questa del Seae è il primo passo per arrivare a quella decisione.
La stessa Seae ha ribadito che “l’opposizione ferma e di principio dell’Ue all’uso della pena di morte in ogni momento e in ogni circostanza“.
Ha sottolineato inoltre che le questioni relative ai diritti umani sono “al centro delle relazioni interne ed esterne dell’Ue e che l’Ue e i suoi Stati membri rimangono uniti nella loro risposta alle azioni dell’Iran“.
Ma Khamenei insiste: “Combattere duramente i rivoltosi”
Ma da Teheran non sembrano si siano mossi né vogliano ascoltare le richieste del mondo che chiede di fermare la durezza del governo contro i manifestanti.
La Guida suprema dell’Iran Ali Khamenei ha affermato che i manifestanti che da quasi quattro mesi protestano sono dei traditori e devono essere combattuti duramente.
“Hanno indubbiamente commesso tradimento e le rispettive organizzazioni devono seriamente, e in modo equo, combattere questo tradimento“, ha affermato, aggiungendo che “la mano degli stranieri, americani ed europei, nelle rivolte è così ovvia che non può essere ignorata“. Una decisione e un’insistenza che non porterà da nessuna parte. Anzi, l’unica direzione, se queste saranno le decisioni, sono le sanzioni come la Russia.