Stipendi colf, badanti e babysitter 2023, aumenti di oltre il 9%: ecco quando scattano gli incrementi delle retribuzioni per le tre categorie di collaboratori domestici e cosa prevede, in particolare, il contratto nazionale di lavoro. Secondo l’articolo 38 del Ccnl di categoria gli adeguamenti retributivi scatteranno, in ogni caso, anche in mancanza di un accordo tra le parti sociali e datoriali al prossimo tavolo fissato al ministero del Lavoro per il 16 gennaio prossimo. Gli aumenti degli stipendi dei lavoratori domestici dipendono in maniera diretta dal tasso di inflazione registrato nello scorso anno. L’Istat, nella rilevazione di novembre 2022 sulla quale avviene il calcolo degli aumenti, ha fissato il tasso all’11,50%, percentuale che rappresenta l’indice nazionale dei prezzi al consumo per famiglie, operai e impiegati (Foi). In base a quanto prevede il contratto di colf, badanti e babysitter, gli adeguamenti degli stipendi devono essere calcolati all’80% dell’indice di inflazione, con il risultato di incrementi di oltre il 9%. Il che significa che una badante che costa mensilmente a una famiglia 1.000 euro al mese, durante il 2023 percepirà circa 1.100 euro, con un aumento di cento euro mensili. Ma, quella degli stipendi, non è l’unica indicizzazione che occorre fare per le famiglie che abbiano collaboratori domestici.
Stipendi colf badanti babysitter 2023 aumenti in arrivo da contratto: ecco quando
Gli aumenti degli stipendi di colf, badanti e babysitter sono prossimi a scattare da contratto nazionale. Quest’ultimo presenta specifiche peculiarità relative alla fase della trattativa. Infatti è previsto che la Commissione composta dalle parti datoriali e sindacali, si incontri per tre volte al ministero del Lavoro dopo convocazione, a distanza di 15 giorni da un tavolo all’altro, per decidere degli aumenti degli stipendi dei collaboratori domestici. Finora sono stati convocati due tavoli: il terzo, quello conclusivo è previsto per lunedì prossimo, 16 gennaio, dopo l’ultimo tenutosi nei primi giorni dell’anno. In mancanza di un diverso accordo, secondo quanto prevede l’articolo 38 del contratto nazionale di categoria, le retribuzioni vengono aggiornate automaticamente con aumenti fissati all’80% del tasso di inflazione registrato dall’Istat a novembre scorso. Proprio per questo, gli aumenti ci saranno e dovranno essere messi solo nero su bianco al 9,2%, salvo diverso esito del prossimo tavolo. Per le famiglie, inoltre, la maggiore spesa non riguarda unicamente la retribuzione: sono da aumentare al 100% (e non all’80%) rispetto al tasso di inflazione le spese per il vitto e l’alloggio dei collaboratori domestici che salirebbero, pertanto, dell’11,5%. Incrementi, dunque, che rappresenteranno nel 2023 un salasso per le famiglie datrici di lavoro, soprattutto per quelle che necessitano del tempo pieno di colf e badanti per 54 ore settimanali, come prevede lo stesso contratto.
Collaboratori domestici, in aumento anche le spese di vitto e alloggio
L’articolo 38 del contratto nazionale prevede inoltre che, se non diversamente stabilito dalle parti sindacali e datoriali, le retribuzioni minime contrattuali e i valori convenzionali del vitto e dell’alloggio determinate dalla Commissione abbiano decorrenza dal 1° gennaio di ciascun anno. Il che significa che per i giorni nei quali ancora non si giungerà all’accordo oppure, in mancanza, si applicherà direttamente l’80% di aumento dell’inflazione, le famiglie dovranno versare a colf, badanti e babysitter anche gli arretrati spettanti a partire dal 1° gennaio 2023. Risulta del tutto evidente che la stangata arriverà soprattutto per gli anziani. Tra le richieste sindacali in tal senso, da registrare quella di Assindatcolf, l’Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico. Il presidente Andrea Zini, nei giorni scorsi, ha lanciato l’allarme sui maggiori costi ai quali saranno costrette le famiglie. “Speriamo di trovare un accordo sulla dilazione degli aumenti nell’anno”, ha spiegato Zini, per il quale dunque gli aumenti vanno applicati ma in tempi dilazionati per andare incontro anche alle famiglie.