Alessandra Matteuzzi ultime notizie. Sono giunti gli aggiornamenti dal caso di Alessandra Matteuzzi, 56enne uccisa lo scorso agosto, alla periferia di Bologna, con delle martellate in testa. Il colpevole, Giovanni Padovani, non avrebbe ucciso la donna per uno scatto di rabbia improvviso, ma dal telefono cellulare di Giovanni Padovani risulterebbe che il crimine è stato a lungo premeditato. Tra le note, infatti, l’assassino avrebbe scritto: “La uccido perché lei mi ha ucciso moralmente”.

Alessandra Matteuzzi ultime notizie: una personalità pericolosa

Una personalità pericolosa, che non ha accettato la rottura con la ex Alessandra Matteuzzi: è questo il resoconto che si ottiene, scavando nel cellulare del colpevole, che continuava ad appuntare che la ex lo aveva tradito e che lui sarebbe sicuramente finito in galera. Anche era intervenuto un ragazzo, un vicino, dopo il decesso della donna, Giovanni Padovani, ex calciatore di 27 anni, non si è preoccupato di mostrare resistenza.

Al ragazzo aveva detto: “non ce l’ho con voi, ce l’ho con lei. Non vedo l’ora che arrivi la polizia che voglio finire tutto”. Questo testimonia che l’uomo aveva premeditato la violenza nei confronti della donna.

A confermare la pericolosità dell’individuo sono anche i vicini di casa di Alessandra Matteuzzi, che testimoniano che la donna non riusciva da tempo a vivere con tranquillità: “Ultimamente aveva paura di lui, perché era diventato molto insistente e non voleva farlo entrare in casa”.

In precedenza, Alessandra Matteuzzi aveva anche sporto denuncia nei confronti dell’uomo, senza che questo abbia fermato l’assassino dall’ucciderla, a causa della sua gelosia. Non accettava, infatti, che la sua relazione con la vittima fosse finita.

Prima dell’omicidio, quindi, erano state numerose le chiamate e i messaggi molesti dell’uomo nei confronti di Alessandra.

Alessandra Matteuzzi: l’avvocato della famiglia Matteuzzi e il giudice del caso

L’avvocato della famiglia Matteuzzi, Giampiero Barile, parla così dell’assassino, una figura pericolosa nei confronti della povera vittima, che veniva costantemente osservata:

“L’indagato esercitava nei confronti della vittima un controllo ossessivo. La teneva sotto scacco a distanza, chiedendole spessissimo di mandare foto e video del luogo in cui si trovava e delle persone che frequentava spinto dalla gelosia. In alcune situazioni le chiedeva anche di filmare l’orario dal luogo in cui si trovava per verificare che diceva la verità.”

Il giudice, nell’ordinanza della convalida di arresto, descrive così la personalità di Giovanni Padovani: “La personalità dell’indagato animato da un irrefrenabile delirio di gelosia e incapace di accettare con serenità il verificarsi di eventi avversi, come la cessazione di un un rapporto per di più caratterizzato da incontri sporadici” sono una “manifestazione di eccezionale pericolosità e assoluta incontrollabilità”.

Le polemiche del caso: Alessandra aveva denunciato prima

Sono state numerose le polemiche sorte in seguito al crimine commesso da Giovanni Padovani: al centro del discorso l’incapacità dello Stato di difendere le donne che hanno denunciato gli uomini dai quali hanno subito violenze e vessazioni importanti.

Il fatto che, dopo una denuncia per stalking ai danni di Giovanni Padovani, non si sia potuto fare nulla per salvare Alessandra Matteuzzi, che, fino alla morte, rimaneva terrorizzata dall’uomo. La sorella, che le faceva sempre compagnia al telefono durante i tragitti esterni da casa, dice che le ultime parole della vittima sono state: “No Giovanni, no, ti prego, aiuto”.

I due, secondo il racconto della sorella, si conoscevano da poco più di un anno, ma solo dal gennaio 2022 l’uomo aveva iniziato a vessare Alessandra, sviluppando una pericolosa e malata ossessione nei confronti della donna.

La nota sul telefono di Padovani non fa altro che confermare le origini ben più remote della sua ossessione per la vittima, per quanto il Procuratore di Bologna, Giuseppe Amato, possa affermare che è stato fatto il possibile per impedire la morte della vittima.