A quasi quarant’anni dalla sua scomparsa, emergono nuovi spiragli sul caso Emanuela Orlandi. La magistratura vaticana ha deciso di riaprire le indagini chiuse nel 2015, quando il caso era stato archiviato dal Gip, su richiesta della Procura, per mancanza di prove consistenti. Avviata nel 2006, l’inchiesta riguardava le sparizioni di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Una battaglia portata avanti per anni dal fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, e che potrebbe finalmente aprirsi ad un nuovo capitolo.

Secondo quanto riportato dall’Adnkronos, al vaglio degli inquirenti finiranno nuovamente fascicoli, documenti, segnalazioni, informative e testimonianze. Si preannuncia un lavoro lungo e complesso, con l’obiettivo di non lasciare nulla al caso e di dissipare le ombre che tutt’oggi circondano la vicenda. Si ripartirà dai dati processualmente acquisiti, si seguiranno nuove piste e vecchie indicazioni all’epoca non troppo approfondite: si cercherà di tornare indietro a quel pomeriggio del 22 giugno 1983, quando la 15enne Emanuela Orlandi, figlia di un dipendente vaticano, svanì nel nulla senza mai più essere ritrovata.

Caso Emanuela Orlandi, cosa successe quel pomeriggio nella Città del Vaticano?

Quasi 40 anni dopo, l’iniziativa della magistratura del Vaticano risponde a quella “ricerca della verità e della trasparenza” voluta fortemente da Papa Francesco. La speranza è che dalle nuove indagini arrivino novità anche sulla vicenda di Mirella Gregori, coetanea di Emanuela, anch’ella scomparsa nel 1983.

La legale della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, ha commentato la riapertura delle indagini ricordando di aver scritto anche a Bergoglio per chiedergli di riportare alla luce la vicenda.

Ne siamo all’oscuro, lo apprendiamo dagli organi di stampa ma certo è da un anno che attendevamo di essere ascoltati.

La lettera al Papa risalirebbe a fine 2019, con il Pontefice che avrebbe risposto invitando l’avvocato Sgrò a chiedere un confronto con il procuratore generale. “Lo abbiamo subito chiesto”, aveva affermato a luglio 2022 la legale, riferendo di essersi rivolta al promotore di Giustizia “a gennaio”, esattamente un anno fa.

In quel pomeriggio di inizio estate, Emanuela è scomparsa intorno alle 16: si stava recando a lezione di musica in piazza Sant’Apollinare. Tante le ipotesi fatte negli anni, tra cui quella del presunto coinvolgimento di uno dei capi della banda della Magliana, ‘Renatino’ Enrico De Pedis: secondo diversi testimoni sarebbe stato lui l’esecutore materiale del sequestro, “per conto di alti prelati“. Tuttavia non sono mai state trovate le prove che confermassero questi sospetti: compito degli inquirenti sarà quello di risalire alla verità.

Il fratello Pietro Orlandi: “Non vedo l’ora di essere convocato”

Il fratello della ragazza scomparsa, Pietro Orlandi, ha esultato per la riapertura delle indagini.

Leggo in modo molto positivo la notizia che il Vaticano abbia deciso di indagare sulla scomparsa di mia sorella. Voglio andarci con i piedi di piombo ma il fatto che l’autorità vaticana abbia aperto un’indagine è per me è una bella notizia. Non vedo l’ora di essere convocato dai magistrati assieme al legale della famiglia. Confido in una collaborazione tra lo Stato italiano e il Vaticano perché si arrivi finalmente alla soluzione del caso. La verità c’è, sta da qualche parte e molte persone in Vaticano la conoscono. Ne sono convinto. Ci sono situazioni che volutamente non sono mai state approfondite.