La morte di Alessandra Matteuzzi continua a a far discutere l’Italia intera. Ogni volta che si va a rileggere la notizia un brivido scorre per tutta la schiena a causa dell’atrocità del fatto. Questo omicidio è una pagina che si vorrebbe strappare dal libro degli orrori italiani, ma rimane incollata decisa, quel martedì del 23 agosto è stata la sentenza di un amore malato e possessivo, culminata con una fine atroce.
Morte Alessandra Matteuzzi, si poteva evitare?
Alessandra Matteuzzi non c’è più, eppure ci si continua a chiedere se la tragedia potesse essere evitata. La risposta è sì, almeno andando a vedere il cellulare di Giovanni Padovani, l’ex fidanzato che ha deciso di mettere la parola fine alla vita di Alessandra a colpi di martellate sotto casa sua a Bologna. Un azione che Padovani aveva immaginato almeno un mese prima, decidendo poi di appuntarsela direttamente sul suo smartphone: “”La uccido perché lei mi ha ucciso moralmente”. Otto parole piene di rabbia incontrollata scritte il 2 luglio 2022, che hanno in seguito trovato realtà, Nelle note del telefono, analizzato dal consulente tecnico nominato dalla Procura, Angelo Musella, l’indagato accusava anche la ex di averlo tradito e diceva che sarebbe finito in “galera”. E alla fine il suo destino lo ha realizzato in pieno, il gesto di violenza è valso al 27enne l’arresto per omicidio aggravato dallo stalking e si trova in carcere. Tutto questo per Un desiderio ossessivo da parte di Padovani, al limite del folle: voleva foto e video ogni 10 minuti, la voleva solo per lui in maniera maniacale, che ha portato Alessandra Mantovani a prendere le distanze per evitare guai peggiore. Una mossa questa che ha letteralmente fatto impazzire Padovani che ha dunque optato per l’insano gesto, segnato come memo dentro il suo telefono. Un memo fatto di rabbia e follia.