Negli ultimi giorni sono accaduti due nuovi episodi di aggressione al personale sanitario del Centro di Salute Mentale a Trieste.
La vicenda è stata diffusa dalla Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità (Fials), dai sindacati Cgil e Cisl e successivamente denunciata attraverso un comunicato congiunto dal Segretario Regionale NURSIND, Luca Petruz, e il Segretario UIL FPL FVG, Luciano Bressan. Le vicende riguardano la struttura per l’accoglienza e il trattamento di pazienti affetti da disturbi psicologici e mentali situata in via Gambini, nel capoluogo del Fruili-Venezia Giulia.
Le due aggressioni sono avvenute rispettivamente il 5 e il 6 Gennaio appena trascorsi e si aggiungono ad una già nutrita lista di eventi di attacchi verbali e fisiche.
Nel primo caso, durante la distribuzione della quotidiana terapia, un paziente avrebbe inveito verbalmente un’operatrice, per poi aggredirla fisicamente, senza apparente motivo. L’infermiera sarebbe stata spinta con veemenza contro un muro e ha riportato un trauma contusivo ad una spalla e ad una mano.
In soccorso dell’infermiera sono subito intervenuti altri sanitari che hanno tentato di bloccare il paziente, ma anch’essi sono stati percossi. L’utente della struttura pare abbia anche lanciato gravi minacce di morte nei confronti del personale medico.
Il secondo episodio è accaduto il giorno seguente all’ora di pranzo. Un paziente di giovane età, seguito dal Centro per disturbi mentali, è entrato in cucina assalendo con inaudita violenza gli operatori in quel momento impegnati nel passaggio di consegne tra il turno mattutino e quello pomeridiano.
Per calmare il paziente, un operatore avrebbe chiesto di aspettare qualche istante poiché erano in corso le procedure lavorative e che avrebbe preso in carico le sue richieste appena possibile. Il giovane a questo punto, spazientito e visibilmente agitato, ha sferrato diversi colpi verso l’infermiere, colpendolo con molteplici pugni al volto, alla spalla destra, allo stomaco e agli arti inferiori.
L’operatore è stato dunque soccorso dai colleghi che l’hanno trasportato al Pronto Soccorso della stessa struttura per le cure necessarie. Sebbene non siano state riscontrate fratture, il referto parla di ferite guaribili in non meno di 8 giorni.
Trieste aggressione al personale sanitario: ferma condanna da parte dei sindacati
La UIL FPL e il NURSIND hanno condannato fermamente quanto accaduto e hanno espresso massima solidarietà ai due lavoratori malmenati.
Nel comunicato, i sindacati hanno evidenziato le condizioni nelle quali infermieri e operatori sanitari sono costretti a lavorare nelle strutture dedicate a pazienti con problemi mentali. Nella nota si sottolinea l’importanza dello staff sanitario che dovrebbe essere in ogni caso tutelato.
“Il personale è il vero patrimonio delle aziende, un capitale che dev’essere salvaguardato sempre. Riteniamo tutto ciò intollerabile, non è possibile che chi svolge il proprio lavoro di assistenza e di cura rischi quotidianamente di subire aggressioni verbali o peggio ancora fisiche. Le manifestazioni di aggressività verso gli operatori sanitari stanno assumendo dei contorni sempre più preoccupanti. Il personale di tutte le strutture aziendali dev’essere messo nelle condizioni di poter svolgere le proprie attività senza il timore di essere aggredito”.
A conclusione dell’intervento, le diverse sigle sindacali hanno avanzato alcune richieste per migliorare le condizioni di lavoro e soprattutto aumentare la sicurezza.
“Chiediamo la condivisione di protocolli operativi fra le aziende sanitarie e le forze dell’ordine, la riattivazione negli ospedali dei posti fissi di polizia, l’attivazione di una linea telefonica diretta con le forze dell’ordine, l’adozione di dispositivi di sicurezza attiva, ad esempio sistemi che attivino degli allarmi sonori, o fornire agli operatori in prima linea di bodycam o altri strumenti tecnologici, l’installazione di impianti di video sorveglianza, l’adeguamento delle strutture e dei locali, al fine di garantire agli operatori sanitari la massima sicurezza operativa e dei corsi di formazione specifica con esperti del settore”.
Le aggressioni fisiche e verbali verso gli operatori sanitari sono in crescente aumento e nell’arco dell’anno appena concluso sono state registrati almeno 500 casi simili all’interno della regione. Come sostenuto a gran vigore dalle sigle sindacali, ciò non può passare più inosservato e verrà sottoposto all’attenzione dell’assessore regionale.