Nel suo discorso per gli auguri di buon anno agli ambasciatori che intraprendono quotidianamente relazioni con il Vaticano, Papa Francesco si è soffermato anche su quanto sta avvenendo recentemente in Iran, con esecuzioni di massa nei confronti dei manifestanti.
“No alla pena di morte applicata negli ultimi giorni in Iran“, la condanna del Pontefice si affianca a quella senza appello rivolta nelle scorse 48 ore dall’intera comunità internazionale.
Papa Francesco Iran, pieno sostegno ai diritti delle donne
Per la prima volta in assoluto Papa Francesco si rivolge con tono duro ai vertici governativi dell’Iran, schierandosi apertamente a sostegno delle proteste “che chiedono il rispetto e la dignità delle donne iraniane“. Mai come in un’occasione simile, con il corpo diplomatico accreditato presso il Vaticano, Bergoglio può esprimere la visione della Chiesa su temi trasversali che riguardano la stretta attualità.
Altri argomenti chiave del suo monologo sono stati la guerra in Ucraina, le tensioni in Siria, in Africa, in cui ha auspicato un “disarmo integrale per porre fine alla Terza Guerra Mondiale a pezzi a cui stiamo assistendo“.
Tornando sull’Iran, Jorge Bergoglio spazza via il concetto secondo cui “la pena di morte funziona come strumento di giustizia“, poiché “non può fungere da deterrente e non offre alcuna giustizia a chi soffre“. Al contrario, “alimenta unicamente la voglia di rivalsa e vendetta“. E va abolita universalmente, perché “lede l’inviolabilità e la dignità di ciascuna persona“. Perdono e pentimento, valori che possono essere riscoperti fino all’ultimo respiro.
Poi si è concentrato sul tema dei diritti delle donne, alla radice degli scontri che stanno interessando Teheran da quasi quattro mesi. L’etichetta di “cittadini di seconda classe” affibbiata alle donne in alcuni Stati è “inaccettabile“, essendo spesso oggetto di molestie e abusi, oppure costrette a una vita programmata senza educazione (con riferimento diretto all’Afghanistan, “che impone una nuova e confusa visione dell’essere umano), senza creatività e, nei casi più estremi, senza assistenza medica o cibo. Non mancano esempi in cui “laddove i diritti umani sono riconosciuti, le donne hanno saputo offrire e offrono un contributo essenziale al progresso della società“.
Infine, passaggio sul tema del nucleare: Francesco si dice ansioso che “la comunità internazionale concluda un accordo con l’Iran per garantire un futuro più sereno”
La protesta si allarga anche a Hollywood
Nel frattempo continuano a giungere notizie sconvolgenti dal Medio Oriente. Le autorità giudiziarie iraniane hanno confermato altre tre condanne a morte per la scomparsa di esponenti delle forze di sicurezza nazionali nella città di Esfahan (Iran centrale). Saleh Mirhashemi Baltaghi, Majid Kazemi Sheikhshabani e Saeed Yaghoubi Kordsofla, questi i nomi dei giovani futuri giustiziati: su di loro pende l’accusa di attacco terroristico armato, e la conseguente pena capitale per aver “minacciato la sicurezza del Paese e non aver rispettato il volere divino.
Tra le forme di dissenso e di protesta scende in campo anche il mondo degli attori di Hollywood. La sceneggiatrice Nicole Najafi, la regista e produttrice Ana Lily Amirpour e l’attrice Mozhan Marnò, tutte di origini iraniane, hanno lanciato la campagna #StopExecutionsinIran, tramite brevi videoclip a cui hanno partecipato e aderito 50 star della scena più prestigiosa del cinema.