C’è attesa per i prossimi decreti fissati dal governo entro il mese di gennaio 2023. Autonomia, governance della macchina del Pnrr per “mettere a terra” gli investimenti e nuove regole sui risarcimenti in caso di incidenti nell’ambito di esperienze scuola lavoro. Sono i tre dossier su cui il Governo Meloni, archiviata la manovra e la pausa delle Feste, dovrebbe intervenire. E lo dovrebbe fare a stretto giro, entro gennaio, appunto, sulla base di provvedimenti ad hoc.
Prossimi decreti del governo Meloni: si parte dall’Autonomia differenziata
Per quanto riguarda l’autonomia, la bozza del disegno di legge elaborata dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, inviata a Palazzo Chigi a ridosso di capodanno, non è ancora stata oggetto di approfondimento da parte del governo. L’idea della premier Giorgia Meloni sarebbe quella di fare marciare insieme autonomia differenziata e riforme istituzionali. La proposta di Calderoli è racchiusa in una decina di pagine, appena 11 articoli tra cui però, attaccano le opposizioni, mancano sia un adeguato ruolo delle Camere sia il fondo di perequazione per evitare Regioni (del Nord) di serie A e altre, con minori capacità di spesa (al Sud) di serie B. Una volta rivista ed eventualmente integrata non è escluso che il testo possa arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri per un esame preliminare entro la fine di gennaio. «Se pensano di spaccare l’Italia ed aumentare le differenze tra Nord e Sud troveranno un muro», avverte il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria Dem.
Riforma della governance Pnrr
Per quanto riguarda il Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, l’esecutivo punta a rivederne la governance, passaggio che va concordato con la Commissione europea. Il tema sarà sul tavolo dell’incontro a Palazzo Chigi di oggi, lunedì 9 gennaio tra Meloni e Ursula von der Leyen. Già con il decreto ministeri, che ha ridisegnato nomi e perimetro delle deleghe di diversi dicasteri, si è previsto che il Servizio centrale per il Pnrr, di stanza al Mef e guidato da Carmine di Nuzzo, operi “a supporto” dell’autorità delegata. Non più quindi via XX settembre ma il nuovo ministero ad hoc che la premier ha affidato a Raffele Fitto. Ora l’intenzione è quella di mettere mano anche al resto delle strutture intermedie, le unità per il Pnrr istituite nei singoli ministeri che dovrebbero diventare immediatamente sostituibili. Non si tratterebbe tanto di spoil system, insistono dal governo, quanto di rendere più efficiente una macchina che finora ha mostrato limiti e che invece deve girare a pieno regime soprattutto nella nuova fase di “messa a terra” degli investimenti, di apertura effettiva dei cantieri. Entro una decina di giorni arriverà la Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr, subito dopo andrà in Cdm il decreto legge che dovrebbe rendere più unitaria la governance del Pnrr.
Alternanza scuola-lavoro, verso nuove regole per gli indennizzi in caso di incidenti
Infine i risarcimenti a seguito di incidenti in esperienze di scuola lavoro. I ministri dell’Istruzione e del Lavoro, Valditara e Calderone hanno annunciato una modifica dell’istituto dell’alternanza scuola-lavoro e della normativa sui risarcimenti. “Stiamo lavorando per predisporre una normativa più giusta e avanzata insieme al ministro del Lavoro”, ha chiarito il titolare del dicastero di viale Trastevere. La ministra del Lavoro ha aggiunto che “va cambiata immediatamente” la normativa vigente sui risarcimenti per chi muore durante il periodo di alternanza scuola-lavoro “e lo faremo con il prossimo decreto a cui stiamo lavorando in questi giorni, nel primo veicolo normativo utile”. Il 12 gennaio è atteso un tavolo tecnico sulla sicurezza sul lavoro e sui correttivi più urgenti alla normativa, con le parti sociali e datoriali, i ministri dell’Università e dell’Istruzione, l’Inail e l’Ispettorato nazionale del Lavoro. Calderone ha sottolineato “il vulnus normativo esistente che consente il risarcimento economico ai familiari solo quando a subire l’infortunio mortale è il principale percettore del reddito. Questa regola – ha aggiunto la ministra – è vigente da troppo tempo per sopravvivere ancora nel nostro ordinamento e ha riguardato tante altre famiglie in questi anni”.