Traffico e autostrada bloccata nei pressi di Arezzo dove gli scontri tra tifosi di Napoli e Roma hanno creato un ingorgo che ha reso necessario il blocco della circolazione sulla A1. Una notizia che sconvolge anche per la gravità dei tafferugli che ha visto entrambe le fazioni colpirsi con bastoni e petardi almeno stando alle prime ricostruzioni che arrivano dal posto.
È infatti una testimone a descrivere gli attimi più intensi degli scontri raccontando:
I tifosi sono scesi dalle macchine, erano in mezzo all’autostrada, tutti incappucciati e vestiti di scuro. Avevano bastoni e lanciavano petardi e fumogeni verso l’area di servizio. E da lì gli altri tifosi rispondevano tirando altri fumogeni. Siamo riusciti a superarli e siamo scappati. Io e mio marito stavamo tornando dalla settimana bianca, in macchina ci sono anche i nostri due bambini. Avevamo paura che ci arrivasse qualcosa addosso e siamo andati via il più velocemente possibile.
Al momento la corsia nord dell’Autostrada del Sole risulta bloccata, mentre pare sia libera quella in direzione sud; ricordiamo che i tifosi giallorossi viaggiavano in direzione Milano dove questa sera affronteranno il Milan, mentre i partenopei saranno ospiti nel pomeriggio dei blucerchiati della Sampdoria. Lo scontro pare sia stato generato da un incontro in un Autogrill da cui poi sarebbe completamente degenerata la situazione fino a scatenare i tafferugli come descritti dai passanti.
A1, Salvini sugli scontri tra tifosi di Roma e Napoli: “Mai più allo stadio”
A commentare in maniera tempestiva la triste vicenda che col calcio non ha molto a che fare è stato Matteo Salvini; sebbene gli attriti tra le tifoserie siano risaputi a discapito di un “Derby del Sud” che li accomuna storicamente, la gravità degli scontri non trova alcuna giustificazione e secondo il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti deve necessariamente condurre al Daspo.
Ecco il suo intervento su Instagram:
Questi non sono tifosi. Autostrada chiusa e viaggiatori italiani bloccati? Paghino tutti i danni di tasca loro, e mai più allo stadio.