Sequestrati dagli agenti di Polizia, nell’istituto minorile di Airola, in provincia di Benevento, cinque telefoni cellulari e della droga.
A darne notizia è Sabatino De Rosa, vice coordinatore regionale minorile per la Campania del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria), che ricorda anche come nella stessa settimana, in una delle giornate previste per colloqui con i familiari, un detenuto minorenne è stato trovato in possesso di un piccolo quantitativo di hashish nelle cuciture della felpa che indossava.
Il Sappe si “complimenta per i risultati ottenuti dal personale che tutti i giorni si trova a dover fronteggiare il notevole carico di lavoro dell’istituto causato dalla carenza di personale e dai numerosi tentativi di fare entrare telefoni cellulari e sostanze stupefacenti. Per contrastare l’introduzione di telefoni cellulari si dovrebbe fare ricorso a quegli strumenti tecnologici che ne rilevano la presenza in qualsiasi momento della giornata. Un plauso è rivolto a tutti i poliziotti penitenziari che ad Airola, anche quando è stato assegnato un Comandante in pianta stabile, stanno svolgendo il loro lavoro egregiamente anche se con molti sacrifici per carenza di organico del ruolo agenti/assistenti”.
Donato Capece, segretario generale del sindacato, sottolinea come:
“Il rinvenimento sia avvenuto grazie all’attenzione, allo scrupolo e alla professionalità di Personale di Polizia. Questo deve far comprendere una volta di più come l’attività di intelligence e di controllo del carcere da parte della Polizia Penitenziaria diviene fondamentale. E deve convincere sempre più sull’importanza da dedicare all’aggiornamento professionale dei poliziotti penitenziari in materia di contrasto all’uso ed al commercio di telefoni cellulari e stupefacenti in carcere”.
E ancora:
“Servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. La soluzione ai problemi della giustizia minorile non può essere solo quella di avere più direttori e dirigenti, come ha recentemente dichiarato il Ministro della Giustizia Nordio. Servono piuttosto poliziotti e regole d’ingaggio chiare, tecnologia e formazione per chi sta in prima linea nelle Sezioni, strumenti di difesa e contrasto delle violenze”.
Capece ricorda che il Sappe ha in più occasioni chiesto ai vertici del Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità “che le politiche di gestione e di trattamento siano adeguate al cambiamento della popolazione detenuta minorile, che è sempre maggiormente caratterizzata da profili criminali di rilievo già dai 15/16 anni di età e contestualmente da adulti fino a 25 anni che continuano ad essere ristretti. Non è stato fatto nulla, zero assoluto, e i risultati sono l’evasione dal Beccaria, gli incendi e le aggressioni nelle altre carceri minorili di Nisida, Casal del Marmo, Bologna, Palermo, Treviso, per citarne alcuni”.
Airola sequestrati cellulari e droga nell’istituto minorile: “Gravi eventi critici negli istituti penitenziari”
“Entrambe le operazioni”, spiega ancora De Rosa, “sono frutto di attività investigativa che vede impegnato quotidianamente il personale di polizia nel contrasto e nella repressione del fenomeno illegale di spaccio di sostanza stupefacente e oggetti non consentiti tra le sbarre.
“Oggi tutti scoprono che la giustizia minorile così com’è non va, ma è da troppo tempo che il SAPPE denuncia come registriamo già da mesi, con preoccupante frequenza e cadenza, il ripetersi di gravi eventi critici negli istituti penitenziari per minori d’Italia. È da sottolineare che nell’ultimo periodo diversi detenuti delle carceri minorili provocano con strafottenza modi inurbani e arroganza i poliziotti penitenziari, creando sempre situazioni di grande tensione. Ed è per questo che ci stupiamo di chi “si meraviglia” se chiediamo una revisione della legge che consente la detenzione di ristretti adulti fino ai 25 anni di età nelle strutture per minori. Legge voluta dal Ministro della Giustizia Orlando con Renzi premier, lasciata intonsa dal Guardasigilli Bonafede con Conte presidente del Consiglio e lo stesso da Cartabia e Draghi”.