Passi in avanti in Vaticano per quanto riguarda l’utilizzo e lo sfruttamento dei sistemi di intelligenza artificiale. Un accordo che segna un nuovo percorso per il sistema Vaticano, con tre rappresentanti delle tre religioni abramitiche che, dopo essersi incontrati, hanno firmato in maniera congiunta un documento chiamato “Rome Call for AI Ethics”, un testo redatto e nato in seno alla Pontificia Accademia per la Vita e curato dalla Fondazione RenAIssance per promuovere una nuova branca del sapere legato alla rete, l’ “algoretica”, vale a dire uno sviluppo etico dell’intelligenza artificiale. L’evento si terrà tra due giorni, il 10 gennaio, in Vaticano, in occasione dell’appuntamento “AI Ethics: An Abrahamic commitment to the Rome Call”.
Il rabbino capo Eliezer Simha Weisz, membro del Consiglio del Gran Rabbinato di Israele, sarà accompagnato nella firma ufficiale del documento da Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita e primo promotore della Call dal febbraio 2020. Tutto antecedente a una cerimonia di firma interreligiosa, prevista al mattino, nella quale parteciperanno anche i primi firmatari della Rome Call per rinnovare il proprio impegno in questa direzione: Brad Smith (presidente di Microsoft), Dario Gil (Global Vice President di IBM) e Maximo Torero Cullen (Chief Economist della FAO).
Intelligenza artificiale in Vaticano: passi in avanti a livello religioso
Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale in Vaticano e l’introduzione della cosiddetta “algoretica” a livello interreligioso sono dei passi in avanti di un settore che, negli ultimi anni, ha prese sempre più piede non soltanto a livello ecclesiastico. Si tratta di un intreccio tra il mondo della matematica, quello della tecnologia e quello dell’etica, che unite creano un connubio di rapporti interrelati che ora, in Vaticano, diventano sempre più presenti.
Etica e algoritmi, non a caso, sono due campi che spesso si incontrano e interagiscono. L’etica riguarda i principi morali e le questioni di giustizia, mentre gli algoritmi sono utilizzati per risolvere problemi – spesso matematici – e per prendere decisioni in modo automatizzato. Quando si parla di etica e algoritmi, dunque di “algoretica”, ci si può riferire all’impatto che gli algoritmi possono avere sulla società e sui singoli individui, e alle responsabilità morali che gli sviluppatori e gli utilizzatori di questi algoritmi hanno nell’utilizzarli in modo giusto e responsabile.
Ad esempio, ci sono preoccupazioni riguardo alla possibilità che gli algoritmi possano perpetuare gli stereotipi e le discriminazioni presenti nella società, o che possano essere utilizzati in modo manipolativo o per violare la privacy delle persone. Per affrontare queste questioni, è importante che gli sviluppatori di algoritmi tengono conto dell’etica nella progettazione e nell’utilizzo degli stessi, e che ci siano meccanismi idonei ad assicurare che gli algoritmi siano utilizzati in modo responsabile e trasparente.