La pressione alta è un nemico, a volte silenzioso, molto pericoloso per il nostro organismo. Si tratta di un disturbo della pressione sanguigna caratterizzato da un suo valore a riposo più alto rispetto a valori fisiologici normali. E’ una tra le malattie più diffuse nei paesi industrializzati e colpisce circa il 20% degli adulti: in Italia ne soffrono oltre 10 milioni di persone. Gli episodi di crisi ipertensiva possono degenerare in serie complicazioni, alcune delle quali dall’esito mortale: per questo è particolarmente importante monitorarla ed individuare prontamente i sintomi dell’ipertensione arteriosa.
Quando inizia l’ipertensione
Prima di capire quali sono i sintomi dell’ipertensione arteriosa, vediamo quali sono i valori pressori di riferimento e quando bisogna fare attenzione. I valori ottimali sono inferiori a 120 mm Hg per la pressione sistolica (la massima) e a 80 mm Hg per quella diastolica (la minima); i valori normali sono inferiori a 130 mm Hg per la pressione sistolica e a 85 mm Hg per quella diastolica. Secondo gli esperti il rischio cardiovascolare aumenta al punto di giustificare un intervento terapeutico, anche farmacologico, in presenza di valori di pressione pari o superiori a 140 mm Hg per quanto riguarda la pressione sistolica e/o pari o superiori a 90 mm Hg per quanto riguarda la pressione diastolica. Valori pressori compresi tra 140/90 e 160/100 sono definiti ipertensione arteriosa di grado 1, tra 160/100 e 180/110 ipertensione arteriosa di grado 2 e oltre i valori di 180/110 ipertensione arteriosa di grado 3.
Ipertensione arteriosa sintomi
I sintomi dell’ipertensione arteriosa si manifestano solo in specifiche situazioni e proprio per questo è conosciuta come killer silenzioso. Una di queste situazioni è la crisi ipertensiva, un innalzamento brusco ed eccessivo della pressione arteriosa seguito da una serie di disturbi:
- Mal di testa improvviso, pulsante e a carico di tutto il capo
- Sensazione di testa pesante
- Ronzii alle orecchie
- Vertigini
- Sudorazione fredda
- Sangue dal naso
- Dispnea e cardiopalmo
- Senso d’ansia opprimente
- Nausea e vomito
- Problemi di vista
In questi casi è assolutamente necessario l’immediato intervento del medico, perché possono degenerare in serie complicazioni come la perdita di coscienza o di memoria, l’angina pectoris, l’edema polmonare, l’ictus, l’attacco di cuore, il danno a occhi e reni, la perdita della funzione renale e la dissecazione aortica.
Se l’ipertensione perdura, si possono verificare danni profondi a carico dei vasi sanguigni, come l’aterosclerosi, che a sua volta ha ripercussioni negative sull’irrorazione sanguigna degli organi del corpo, che a loro volta subiscono un danno.
Ipertensione arteriosa: dieta per prevenirla e contrastarla
Dopo aver visto i silenziosi sintomi dell’ipertensione, ora è il momento di analizzare quali cibi preferire in caso di pressione alta. Il tipo di dieta è fondamentale e gioca un ruolo importantissimo per prevenire il disturbo e limitare i rischi di ictus, infarto e molti altri. Chi soffre di pressione alta deve scegliere un alimentazione sana, bilanciata, varia, con un ridotto apporto di sale e di alimenti ricchi di sodio. Attenzione però! Una dieta iposodica non comporta semplicemente non utilizzare più il sale in cucina: il sale che assumiamo ogni giorno, infatti, ma proviene soprattutto dai quantitativi nascosti nei prodotti industriali e/o nei cibi artigianali: ne sono particolarmente ricchi il pane e i prodotti da forno (biscotti, crackers, grissini, merendine…) e soprattutto i derivati dei cereali.
Sicuramente insaccati, formaggi e patatine fritte contengono un quantitativo di sale maggiore, ma bisogna tenere conto che non consumiamo (o non dovremmo farlo) le stesse quantità che invece assumiamo di crackers, grissini e affini. Attenzione anche a tutte le altre sostanze che contengono sodio, nascoste sotto i nomi di glutammato di sodio (principale ingrediente dei dadi da brodo), benzoato di sodio (protagonista di salse, condimenti e margarine), citrato di sodio (usato per esaltare il sapore nei dolci, gelatine e in alcune bevande).
L’importanza di potassio e calcio
Per diminuire i valori pressori sono importanti potassio e calcio. È possibile aumentarne i quantitativi attraverso:
- il consumo quotidiano di tre porzioni di frutta e di almeno due porzioni di verdura, che fornisono sia potassio (in particolar modo le banane), sia vitamine e antiossidanti
- Il consumo da due a quattro volte la settimana dei legumi, ricchi non solo di potassio, ma anche di calcio
- L’assunzione di almeno una tazza al giorno di latte o di un vasetto di yogurt