Quota 41 per tutti ultimissime. Il governo Meloni ha evitato il ritorno alla Legge Fornero, con una misura ponte come Quota 103. Ma quest’anno l’esecutivo lavorerà ad una riforma strutturale delle pensioni.
Quota 41 per tutti ultimissime
I confronti con sindacati e associazioni datoriali sulla riforma delle pensioni prenderanno il via a gennaio. Tra gli obiettivi principali, indicati dalla ministra del Lavoro Calderone, quello di “chiudere la stagione delle forme di accesso ai pensioni sperimentali” per “individuare l’accesso a pensioni più compatibili con le esigenze personali e sanitarie del lavoratore e al contempo di ricambio generazionale dei datori di lavoro, evitando pericolosi ‘scaloni’ anagrafici”.
Secondo il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, intervistato dal Messaggero, la scelta dell’esecutivo “è chiara”, il futuro è verso l’azzeramento dei limiti di età e l’uscita dal lavoro con 41 anni di contributi. Insomma, la Quota 41 tanto cara a Salvini diventerà strutturale, senza vincolarla a un limite di età, come accaduto invece in questa Manovra.
Il problema tuttavia resta quello dei costi. Secondo le prime simulazioni fatte nel novembre scorso, se venisse adottata a partire dal 2024, Quota 41 costerebbe da sola nel primo biennio circa 3 miliardi di euro.
Opzione Donna
Altro tema da affrontare nella riforma delle pensioni è quello di Opzione Donna, per il momento prorogata, ma con alcune modifiche rispetto al passato.
Con la riforma bisognerà decidere se continuare con una platea ridotta, oppure estenderla nuovamente. La ministra Calderone ha assicurato che nel 2023 il governo si prende l’impegno “a lavorare anche su questo fronte”, valutando se c’è spazio per una proroga di Opzione donna con gli stessi requisiti previsti in passato.
Pensione di garanzia e minima a 1000 euro
Ci sono però altri due temi su cui si concentreranno le discussioni sulla riforma delle pensioni:
- pensione di garanzia, poiché – come spiegato da Giorgia Meloni nel discorso d’insediamento alle Camere – servirà tutelare i contributivi puri che rischiano di andare in pensione con un assegno d’importo molto basso, non sufficiente per far fronte alle spese mensili;
- aumento delle pensioni minime, arrivate a 600 euro nel 2023 ma solo per chi ha compiuto i 75 anni. L’obiettivo di Forza Italia è di salire fino a 1.000 euro entro la fine della legislatura, quindi per il 2024 bisognerà fare uno step ulteriore verso questa direzione.
Buongiorno, nel Vostro articolo “Quota 41 per tutti ultimissime: come sarà la nuova riforma delle pensioni” scrivete che nel 2024 sarà istituita quota 41 per tutti, indipendentemente dall’età anagrafica, ma non specificate se sarà una pensione con “taglio dell’assegno” come in quota 103 valida per il 2023. Io potrei già andare in pensione, sono nato n 1960, ad oggi ho più di 41 anni di contributi ma ritengo “immorale” vedermi tagliare l’assegno del 40% fino a 67 anni: una vera presa in giro!
Antonio
Speriamo che non si inizi a parlare di categorie protette o lavori usuranti solo ed esclusivamente per fattori fisici. Per chi come me, lavora giornalmente in situazioni stressanti (operatore amministrativo nella presentazione di gare d’appalto su Piattaforme on line), si cerchi di valutare anche queste tipologie di impegno logorante.