Giorgia Meloni incontrerà Ursula von der Leyen lunedì prossimo, 9 gennaio, a Palazzo Chigi: sarà l’occasione per discutere di migranti, caro energia e Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). L’incontro altro non sarà che il proseguo del dialogo tra le due leader avviato a Bruxelles lo scorso novembre quando Giorgia Meloni si era appena insediata come Presidente del Consiglio. Non cambiano gli argomenti oggetto di discussione rispetto a due mesi fa: si parlerà dei migranti e della questione Ucraina, del Pnrr e del caro energia sul quale, nel frattempo, si è arrivati al “price cap”, misura fortemente voluta dall’attuale governo italiano sul percorso già tracciato a suo tempo da Mario Draghi. Proprio sulle conseguenze economiche e finanziarie delle imprese per il caro energia, l’Unione europea è chiamata a dare risposte al piano di sostegni lanciato dagli Stati Uniti.

Meloni incontrerà Ursula von der Leyen lunedì 9 gennaio, si discuterà soprattutto di migranti e Pnrr

L’incontro tra Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen è fissato per lunedì prossimo verso l’ora di pranzo. La presidente della Commissione europea, infatti, prima parteciperà all’uscita del libro “La saggezza e l’audacia” che raccoglie i discorsi di Davide Sassoli, ex presidente del Parlamento europeo morto un anno fa. Se sulla questione del caro energia le due presidentesse potrebbero avere una linea comune, sarà più difficile arrivare a delle intese per le altre questioni sul tavolo. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, da quanto emerso nelle ultime settimane, potrebbe essere oggetto di cambiamenti da parte del governo italiano, in particolare per includere le questioni degli alti prezzi che le imprese e le famiglie stanno sostenendo sull’energia e sui materiali. Inoltre, il governo potrebbe chiedere rettifiche al Piano approvato e presentato a Bruxelles anche per quanto concerne la governance, questione che dovrà essere concordata con la stessa Commissione europea. Ma all’ordine del giorno ci sarà anche la questione migranti e il duro scontro che si è avuto sulle imbarcazioni Ong con la Francia. Il 9 e 10 febbraio prossimi è in programma il Consiglio europeo straordinario e, tra i punti all’ordine del giorno, ci sarà proprio la questione dell’immigrazione.

L’ultimo post sui migranti e rispetto del diritto internazionale

Quello dell’immigrazione è, per Giorgia Meloni, un punto cruciale. Nei giorni scorsi, la presidente del Consiglio era tornata a parlare di “immigrazione illegale” e di “tratta di esseri umani”. ”È finita l’Italia che si accanisce con chi rispetta le regole e che fa finta di non vedere chi le viola sistematicamente”, ha scritto Meloni sulla sua pagina Facebook. “Ci siamo occupati di immigrazione nel Consiglio dei ministri – informa Giorgia Meloni – con un decreto che riguarda soprattutto la vicenda delle Ong, che ha come obiettivo quello del rispetto del diritto internazionale. Perché il diritto internazionale sul salvataggio in mare non prevede che ci sia qualcuno che possa fare il traghetto nel Mediterraneo, o in qualsiasi altro mare, e fare la spola con gli scafisti per trasferire gente da una nazione all’altra. Rispettiamo il diritto internazionale – continua – che prevede che sei tenuto a salvare qualcuno se fortuitamente lo incontri e se quel qualcuno è a rischio. Con le norme allo studio del Consiglio dei ministri si vuole circoscrivere il salvataggio a ciò che è previsto nel diritto internazionale”. Il primo punto da cambiare riguarda le modalità di salvataggio e di portare al sicuro le persone salvate in mare. “Non le tieni a bordo della nave mentre continui a fare altri salvataggi multipli fino a quando la nave non sia piena – continua Giorgia Meloni – Inoltre chiediamo coerenza sull’attività che alcune navi svolgono nel Mediterraneo e ciò per cui sono registrate, perché sono attività diverse. Ci vogliono – conclude – screening di chi è a bordo, informazioni sui meccanismi di salvataggio, regole per la salvaguardia delle imbarcazioni. Se le norme del diritto internazionale non vengono rispettate non c’è autorizzazione a entrare nelle acque internazionali, e se si violano le norme si procede con il fermo amministrativo dell’imbarcazione, la prima volta per due mesi, la seconda con sequestro ai fini della confisca”.