Timothy Broglio, arcivescovo americano facente parte dell’ala più conservatrice della Chiesa a stelle e strisce, ha parlato dello scenario futuro in Vaticano, soffermandosi anche sulle possibili dimissioni di Papa Francesco:
Forse la possibilità di un ritiro sarebbe più fattibile adesso che non c’è più il Papa emerito, ma questo ovviamente è pura speculazione perché non ho idea cosa ne pensi papa Francesco. Mi sembra uno che va avanti. Però ho visto anche la difficoltà, il fatto che non celebra: sono tutti elementi di un lavoro pastorale normale che mancano. Ma ovviamente è sempre lui che decide se ha le forze di continuare o no
Tra i temi toccati anche l’eredita spirituale di Papa Benedetto, la sua possibile santificazione, e la scissione della Chiesa tra progressisti e conservatori.
Dimissioni Papa Francesco, Broglio: “Ma lui dimostra di voler proseguire”
Come anticipato, le dimissioni di Papa Francesco, per il capo dell’episcopato Usa sarebbero ora più fattibili almeno stando alle sue parole pronunciate nel corso di un’intervista esclusiva a Repubblica. La scelta rimane comunque in capo al Santo Padre, il quale “ha dato segnali di voler andare avanti” (Citando la riorganizzazione del Vicariato di Roma). Il problema è che permangono “le difficoltà motorie e di salute, il fatto di non celebrare sempre la messa“.
Su Papa Ratzinger, Broglio è concorde a molti altri vaticanisti nel definirlo “un punto di riferimento per la Chiesa“, una “figura di grande statura e profondità”. Ora, con la sua morte, è arrivato il momento di rileggere il suo credo per apprezzare maggiormente il suo impegno per la comunità cristiano-cattolica. Sulla santificazione del Papa emerito, in riferimento ai cori pronunciati da Piazza San Pietro il giorno dei funerali, l’arcivescovo è convinto che il tema “sia spinoso e vada affrontato più avanti“. Ecco la sua risposta integrale:
Credo che in futuro certamente il processo inizierà. Ma penso anche e, se posso osare, credo che Papa Benedetto sarebbe d’accordo con me, che queste cose maturano con il tempo. Non ho dubbi che Joseph Ratzinger sia in cielo ma mi sembra che la Chiesa ha i suoi tempi, i suoi metodi per fare un processo normale, dare tempo di studiare il caso, e anche vedere se ci siano miracoli da attribuire alla sua intercessione. Mi sembra un po’ presto per tutto questo.
Infine, un riconoscimento dei dissidi interni tra progressisti e conservatori, che ritiene “più evidenti”. Il dialogo si conclude con un affondo diretto a Padre Georg Ganswein, lo storico fidato collaboratore di Benedetto XVI°, il quale ha duramente attaccato Bergoglio nei giorni prossimi alla morte di Ratzinger. Qui l’arcivescovo bacchetta il monsignor per aver “diffuso certe critiche ai mass media“, riferendosi tanto alle interviste televisive quanto ai contenuti del testamento spirituale nel libro “Nient’altro che la verità“.
Replica che Papa Francesco ha rispedito al mittente durante l’omelia dell’Epifania, quando ha staccato gli occhi dal foglio per pronunciare un discorso a braccio in cui ha avvertito i fedeli “di non adorare il proprio ego e i falsi idoli, nonché il fascino delle false notizie“.