L’inizio del 2023 ha accelerato il percorso costituente del Pd che condurrà al rinnovamento, anche alla segreteria, del partito del Nazzareno. Il culmine di questo percorso, quindi, saranno le primarie del prossimo 26 febbraio dove Enrico Letta lascerà la conduzione della segreteria ad uno tra Stefano Bonaccini, Gianni Cuperlo, Paola De Micheli, Elly Schlein. Chi ritiene non si debba più parlare di costituente è l’ex Ministro Andrea Orlando:
La costituente mi pare sostanzialmente accantonata. Tra affermazioni di intangibilità dello spirito del Lingotto (il dogmatismo dei liberal-democratici potrebbe apparire un ossimoro), minacce di scissione (il Pd è un progetto totalmente riuscito, per questo si sono tenuti nel cassetto un altro simbolo), evocazioni di quella di Livorno (conoscendo ed apprezzando l’umorismo di Arturo Parisi ho riso per ore alla sovrapposizione tra i profili di Franceschini e Letta e quelli di Gramsci e Bordiga), i saggi chiamati alla riscrittura della carta fondamentale si sono ritrovati nella condizione dei rappresentanti di aspirapolveri alla porta delle famiglia: “no grazie non ci occorre abbiamo già tutto.
Orlando al Pd: “Parlare al paese”
Fate delle proposte a proposito delle questioni che riguardano gli italiani.
Questo l’appello di Orlando al Pd. L’ex Ministro, poi, aggiunge:
Il combinato disposto tra le ragioni per le quali ritenevo necessario un passaggio costituente c’era anche il timore di una competizione congressuale poco legata alle questioni di merito che il Pd deve affrontare nella quotidianità. L’identità non è un fatto astratto. È il presupposto con il quale si guardano e si valutano le cose che avvengono attorno a noi.
Le critiche di Orlando
Lo snodo relativo alla legge di bilancio, è la teoria di Orlando, ha consentito al Pd di rientrare in connessione con la cosiddetta pancia del paese. Il partito, facendo opposizione alla linea meloniana, ha potuto toccare temi e questioni cruciali nonché i desiderata degli italiani e le italiane. Si è potuto, cioè, parlare di quelle ricette economiche necessarie. Approvava la manovra però, il dibattitto è finito ed il Pd – dice Orlando – avrebbe smesso di parlare al paese. Il suo commento:
i messaggi del Pd sono diventati i seguenti: Difesa della Lagarde dagli attacchi di Crosetto; stigmatizzazione dello spoil system selvaggio praticato dal governo; scontro, a suon di batterie contrapposte, sulla data e il metodo di votazione alle primarie. Alcune di queste cause, a mio avviso, sono nobili, altre meno, nessuna mi pare parli alle speranze, alle preoccupazioni o alle passioni degli italiani. Quanto può reggere questo scarto in una situazione così difficile? Non credo molto. Per questo rivolgo un appello ai candidati. Fate delle proposte a proposito delle questioni che riguardano gli italiani. L’onere non è solo vostro, ma in questo momento è prevalentemente vostro per ovvie ragioni politiche e comunicative conseguenti al percorso nei fatti scelto. Parlate delle bollette, dei salari, della casa, del collasso della sanità in molte regioni italiane, delle difficoltà dei pendolari, dei cambiamenti climatici, persino del campionato di calcio. E provate a fare delle proposte anche correndo il rischio di vedere qualche sopracciglio alzato. Riconoscere il problema è già un passo importante. A questo punto, dalla vostra capacità di cimentarvi quanto più rapidamente possibile con tutto questo dipende in gran parte la tenuta del Pd.