Nuova diatriba nel Pd, il partito si divide ancora una volta. La polemica dell’Epifania è relativa alla possibilità di votare, anche online, per il rinnovo della segreteria del partito. In vista delle primarie – che dovrebbero tenersi il 26 febbraio – quindi del prossimo congresso nasce l’ipotesi di votare in rete il candidato segretario. Il che trova sostenitori ma anche oppositori alla scelta dell’online. Le anime del partito sembrano divise più o meno così: ipotesi innovativa oppure via che intacca la radicalità territoriale che il Pd ha. Addirittura, c’è chi vi ravvede una brutta scopiazzatura del sistema di democrazia diretta che ha fatto il bello ed il cattivo tempo del Movimento 5 Stelle.
Pd, ipotesi primarie online: le opinioni
Tra i più polemici del voto online spicca l’ex Presidente del Pd, ora deputato, Matteo Orfini. Il suo commento riportato su Facebook:
Leggo che si sta discutendo di fare le primarie per la segreteria del Pd consentendo il voto online. Io capisco che per molti ormai politica e like sui social sono la stessa cosa. Salvo poi scoprire quando si vota che ai like spesso non corrispondono voti. Capisco che si voglia cercare tutte le strade per rilanciare un partito che vive oggettivamente un momento di difficoltà. Ma eleggere la guida di un partito è una cosa seria. Noi – continua Orfini – già lo facciamo nel modo più aperto possibile, consentendo (giustamente) praticamente a chiunque di venire a votare nelle primarie aperte. E anche (giustamente) a chi fino a pochi giorni prima dell’apertura non era nemmeno iscritto di candidarsi a guidarlo. Ma appunto, almeno quel gesto minimo di uscire di casa, cercare il gazebo, guardare negli occhi i nostri militanti (e magari ringraziarli perché sono lì da mattina a sera) e votare non può essere sostituito da un click. Non si tratta di non tenere conto dell’innovazione, dei cambiamenti di stili di vita, della digitalizzazione di tanti processi. Si tratta semplicemente di riaffermare un principio antico: la politica è partecipazione. E se si vuole contribuire a una scelta importante come quella della guida di un partito, si partecipa. Sennò possiamo chiudere il partito, i circoli e tutto il resto e sostituirli con una pagina facebook o instagram. Ma non mi pare una grande idea.
Perplessità che – sorpresa – arrivano anche dalla direzione del partito. Così commenta Alessia Morani:
Ho letto che diversi esponenti del mio partito chiedono il voto online per le primarie nazionali. Sono francamente stupita poiché sono anni che ci diciamo in ogni consesso che è necessario stare tra le persone, ‘ritornare tra la gente’, uscire dai Palazzi. Le elezioni primarie – ricorda – sono un grande momento di democrazia e partecipazione e credo sia sbagliato ridurle a un voto online, adottando pratiche di movimenti politici che non hanno nulla da insegnarci in questo senso. Le primarie sono un elemento costitutivo del Partito democratico e snaturarle significa voler snaturare il partito stesso.
Lotta ad Elly Schlein?
Ma le varie motivazioni apportate da chi è intervenuto, in fin dei conti, potrebbero trovare appiglio in un’unica macro ragione: contrastare la volontà di Elly Schlein. La deputata, favorita con Bonaccini alla vittoria finale, è stata la prima a suggerire l’allargamento delle primarie con piattaforme online. Forse perché sente di avere molta forza in quei mondi progressisti che si trovano al di fuori del Pd. Ecco allora che i bonacciniani insorgono e dietro il no all’online, probabilmente, dicono no ad Elly Schlein. La Vicepresidente del Ppe Pina Picerno – numero due di Bonaccini – commenta:
La proposta di voto online lanciata da Elly Schlein è per questo sbagliata e oltretutto irrealistica e inapplicabile a poche settimane dal voto: significherebbe non garantire un voto sicuro alle iscritte e agli iscritti, trasformando così uno dei processi più importanti della nostra comunità in una insensata imitazione della piattaforma Rosseau del Movimento Cinque Stelle. Un’operazione che avverebbe in spregio alla militanza nelle migliaia di circoli sparsi su tutto il territorio nazionale. Ridiscutere le modalità di partecipazione attiva e passiva ogni settimana risulta dannoso per la credibilità del percorso congressuale e più in generale del partito che ha individuato nel rispetto e della stabilità delle regole uno dei suoi tratti distintivi. sta girando l’Italia in lungo e in largo con decine e decine di iniziative per incontrare, rimobilitare e attivare più cittadini possibili. Un lavoro faticoso e difficile ma necessario. Secondo noi il partito Democratico soltanto così potrà rilanciarsi. Non con una campagna elettorale congressuale fatta dal salotto di casa davanti a una telecamera accesa sui social.
C’è chi dice sì
Alcuni pezzi del Pd, quelli più vicini a Schlein, si dicono favorevoli alle primarie online. Lo è Lia Quartapelle che – riporta l’AGI – lo ritiene uno strumento aggiuntivo. Le sue parole:
La discussione sul voto online rischia di apparire strumentale perché avviene a regole del gioco già in parte condivise e a partita iniziata. Il rispetto delle regole rende il partito più vivibile e in condizione di concentrarsi sugli obiettivi politici anziché sui negoziati permanenti. Il congresso del PD è l’occasione per promuovere, favorire e ripensare la partecipazione di iscritti, iscritte, elettori e elettrici. La discussione sul voto online rischia di apparire strumentale perché avviene a regole del gioco già in parte condivise e a partita iniziata. Il rispetto delle regole rende il partito più vivibile e in condizione di concentrarsi sugli obiettivi politici anziché sui negoziati permanenti. Il congresso del PD è l’occasione per promuovere, favorire e ripensare la partecipazione di iscritti, iscritte, elettori e elettrici.