Bonus casa e superbonus, per le ristrutturazioni più grandi dal 2023 c’è bisogno della Soa. L’obbligo di certificazione delle imprese del settore edile che eseguono gli interventi è scattato per i lavori a partire dal 1° gennaio scorso e rientra in un periodo di transizione dei nuovi obblighi che, da maggio dello scorso anno, ha conosciuto varie tappe e terminerà a fine giugno prossimo. L’obbligo scatta per interventi di valore di almeno 516.000 euro, un miliardo delle vecchie lire. Diversamente da quanto si possa pensare, l’obbligo scatta sia per i lavori in superbonus che per gli altri bonus casa. Ad esempio, il bonus ordinario delle ristrutturazioni che dà agevolazioni fiscali del 50%, rientra nella situazione di dover far eseguire i lavori a imprese certificate Soa. Lo stesso adempimento riguarda gli interventi effettuati con il sismabonus, l’ecobnus e il bonus barriere architettoniche, il bonus introdotto nel 2022 e confermato dalla Manovra 2023 con il 75% di detrazione fiscale.
Bonus casa superbonus, cosa c’è da sapere per le ristrutturazioni del 2023
Il percorso legislativo dell’obbligo Soa per eseguire interventi in superbonus o bonus edilizi del valore di almeno 516.000 euro è stato piuttosto frammentato. Dal 1° gennaio al 30 giugno 2023, in attesa che la normativa vada definitivamente a regime, chi volesse far effettuare lavori beneficiando dei bonus edilizi dovrà commissionare gli interventi a imprese edili che abbiano la certificazione Soa oppure abbiano espletato le procedure per la richiesta. Tutto l’iter legislativo dell’obbligo della certificazione Soa è partito lo scorso 20 maggio, quando fu annunciata la stretta sui lavori di ristrutturazione più grandi ma non era ancora in vigore l’obbligo di certificazione. Il giorno successivo era entrato in vigore la legge di conversione del decreto legge “Ucraina” (d.l. numero 21 del 2022) che, all’articolo 10 bis, stabiliva proprio l’obbligo di attestazione Soa già presente negli appalti pubblici di lavori per interventi che abbiano un importo di almeno 150.000 euro. Per ottenere la Soa le imprese devono far richiesta alle società certificate vigilate dall’Anac, previo controllo di tutta una serie di requisiti, sia sul piano della capacità tecnica che su quello finanziario e contributivo. Pertanto, dall’entrata in vigore della legge di conversione del Dl Ucraina, i nuovi lavori di ristrutturazione con i bonus e superbonus edilizi devono essere quantificati per ottenere i vantaggi fiscali, mentre non vi è alcun cambiamento per i lavori già in corso di esecuzione.
Cosa cambia a partire dal 1° gennaio 2023
La data cruciale per la certificazione Soa dei lavori di ristrutturazione con i bonus edilizi è il 1° gennaio 2023. A partire da questo giorno, infatti, per gli interventi che risultano in corso di esecuzione e il cui contratto sia stato sottoscritto in data successiva al 21 maggio 2022, nonché per tutti i nuovi lavori dai 516.000 euro sarà occorrente, per ottenere i benefici fiscali legati ai bonus, che l’impresa affidataria dimostri di avere la certificazione Soa oppure di aver sottoscritto un contratto finalizzato a ottenere la qualificazione stessa. Questa fase transitoria si concluderà il 30 giugno prossimo con la necessità, per le imprese che abbiano nel frattempo fatto richiesta di Soa, di aver già portato a termine l’iter di qualificazione e di aver ottenuto la certificazione. Infatti, dal 1° luglio 2023 non saranno più ammessi lavori di oltre 516.000 euro senza la certificazione Soa: chi non risulterà in regola con tale obbligo perderà le detrazioni fiscali sulle spese effettuate da luglio in poi.