Vialli ultima apparizione. Gianluca Vialli si è spento oggi 6 gennaio a Londra all’età di 58 anni, lasciando un vuoto incolmabile nel mondo del calcio italiano e internazionale.
Vialli ultima apparizione
L’ultima apparizione in pubblico di Vialli risale a due settimane fa, in occasione di una puntata di “Che tempo che fa”. L’ex centravanti era intervenuto nella trasmissione televisiva condotta da Fabio Fazio, al fianco del suo amico fraterno Roberto Mancini. I due erano stati intervistati per presentare “La bella stagione”, il film diretto da Marco Ponti e tratto dal libro scritto proprio da Vialli e Mancini insieme agli altri campioni d’Italia di quella magica Sampdoria.
Vialli così raccontava il film:
“È una storia d’amore tra noi e un club straordinario e racconta di un avventura sportiva bellissima e anche di quello che accadeva fuori dal campo. Vengono fuori valori importanti che abbiamo pensato di trasmettere alle generazioni nuove. Senso di attaccamento, amicizia e voglia di fare qualcosa di grande tutti insieme. Siamo soddisfatti di quanto è venuto fuori. Ho pianto ieri sera quando l’ho visto, ho pianto oggi. È stato bellissimo farlo e molto emozionante guardarlo”.
Quella è stata l’ultima volta che Vialli è comparso in video e in foto, poi le sue condizioni si sono aggravate fino al triste epilogo di oggi.
Vialli e Mancini
Quando pensi a Vialli, pensi anche a Mancini. inevitabile che questo accada. Hanno rappresentato un pezzo di storia della Sampdoria.
Roberto Mancini arrivato dal Bologna nella stagione 1982/83 quando i felsinei retrocessero per la prima volta in serie B. Vialli invece nella stagione 1984/85 dopo che l’anno prima aveva “stregato” il presidente Mantovani con i suoi 20 gol nella serie cadetta con la maglia della Cremonese.
Da allora i due hanno fatto coppia e che coppia! L’arrivo di Vujadin Boskov in panchina nel 1986/87 diventa uno dei centravanti più completi e letali della Serie A.
Le parole dell’allenatore serbo, ex allenatore dell’Ascoli e del Real Madrid sui due italiani: “Vialli e Mancini? Sono meglio di Hugo Sanchez e Butragueño”.
Vialli, in coppia con il suo ‘gemello’ Mancini, compone uno degli attacchi più forti della Serie A. I due hanno caratteri diametralmente opposti: Vialli estroverso e pigro, Mancini introverso ma esplosivo, la loro intesa è un qualcosa di unico ed eccezionale sul rettangolo vere di gioco. Ma anche fuori dal campo, coltivano un rapporto che a definirlo fraterno non è abbastanza.
Mancini è colui il quale serve sul piatto d’argento la palla gol, Vialli è il finalizzatore, cioè colui il quale concretizza a rete lo splendido assist del Mancio. Questo nuon vuol dire che tutti e due non sappiano fare il contrario, ma la maggior parte delle volte i compiti sono questi.
Sono loro che trascinano la Sampdoria in un epoca d’oro dove vede le italiane protagoniste assolute nelle notti europee. La bravura di Boskov risiede nel fatto che usa tutti i metodi a sua disposizione per tenerli a bada sia individualmente che come coppia: usa il bastone e la carota all’occorrenza.
Un metodo efficace considerato il fatto che poi viene ripagato puntualmente sul campo a suon di gol e di grandi prestazioni. E‘ la finale di coppa Italia del 1985. All’andata vince la Sampdoria per 1 a 0 in quel di S. Siro contro il Milan. Al ritorno sono proprio Gianluca Vialli e Roberto Mancini che segnano i 2 gol che consegnano la coppa ai blucerchiati. Per i rossoneri la marcatura è di Virdis.
Da quel momento la coppia gioca non si scoppia più, viene impiegata anche nella nazionale U21 e poi in quella maggiore. Il CT è sempre Azeglio Vicini.
Fanno una scorpacciata di gol per la causa della Sampdoria. Poi una sera del 9 maggio 1990 contro il Goteborg, la coppia trova la sua massima aspirazione con una doppietta di Vialli e assist di Mancini.
La Sampdoria batte l’Anderlecht la squadra svedese e vince la Coppa delle Coppe. L’anno dopo scrive la storia e conquista addirittura lo scudetto. Vialli per di più è capocannoniere con 19 gol.
Nel tempo libero i due gemelli che condividono l’appartamento sul mare di Quinto (levante genovese) si confidano, tracciano programmi, inseguono sogni comuni.
Nel 1991 la delusione più cocente, quella di Wembley che vede la Sampdoria soccombere sotto il bolide di Koeman all’ultimo minuto del secondo tempo supplementare nella finale di Coppa dei campioni. Sportivamente parlando Wembley ai gemelli del gol poi restituisce quello che gli ha tolto.