Nel mese di dicembre l’inflazione in Europa scende al 9,2% tornando così in singola cifra (a novembre era all’11,1%). A chiudere le comunicazioni dei singoli Paesi, l’Eurostat scioglie le riserve e conferma un dato analogo a quanto visto in Italia, vale a dire la tendenza a una discesa della curva. Gli analisti si attendono che le cose migliorino anche con il nuovo anno, ma le incognite rimangono alla finestra.

A spingere il diffuso ottimismo sono principalmente due fattori: il primo riguarda il calo dei prezzi dell’energia (con le sue ripercussioni su famiglie e imprese), il secondo certifica il rapporto sfavorevole tra reddito e inflazione rendendo dunque inferiore (sulla carta) il potere d’acquisto dei consumatori.

Inflazione Europa dicembre, l’analisi nel dettaglio

Inflazione in Europa a dicembre, l’analisi qualitativa.

Come visto in apertura, sono i beni energetici a trainare la discesa. Si passa dal 34,9% di novembre al 25,7% di dicembre (dati lontanissimi da quelli italiani, dove l’inflazione energetica è al 60%), decresce del 6,5% anche l’inflazione mensile. Segue per quantità il settore alimentare (cibo, bevande e tabacco) con un dato del 13,8%: in questo caso il valore è in leggero aumento su novembre (era 13,6%). Completano la rassegna i beni industriali non energetici (6,4%, a novembre era 6,1%) e i servizi (4,4%, a novembre era 4,2%).

Vediamo ora l’andamento dell’indice dei prezzi al consumo, che è il fattore più determinante dell’inflazione.

L’Italia si trova sopra la media Ue con +12,3%, ed è l’unico Paese tra i “big” a essere notevolmente oltre la soglia. La Germania presenta un tasso essenzialmente identico (+9,6%), mentre Francia (6,7%) e Spagna (5,6%) risultano parecchio al di sotto. I Paesi dell’est Europa, più vicini agli scenari relativi al conflitto, sono quelli che hanno registrato gli incrementi maggiori: oltre il 20% in Lettonia e Lituania, 17,5% in Estonia, 15% in Slovacchia. Male anche l’Olanda, con un tasso dell’11% anno su anno e un +0,7% sul mese precedente, e l’Austria (+10,8%).

Da capire come leggere questi dati anche alla luce delle decisioni future della Bce: dopo aver rialzato al 2,5% i tassi di interesse, le previsioni parlano di un ritocco dell’1% futuro. E nel frattempo l’euro subisce una parziale ripresa del dollaro americano.