Presidenzialismo, Fdi tira dritto. “Se abbiamo promesso di rimodernare questo Paese lo dobbiamo fare. Non sarà certamente un’opposizione che mira a tenere il Paese ferme a distoglierci dai nostri obiettivi. Questa è la serietà dell’impostazione politica di Giorgia Meloni che è garante di questo straordinario passaggio che garantirà all’Italia il posto accanto alle altre grandi democrazie europee“, così l’on. Alessandro Urzì, capogruppo Fdi in commissione Affari Costituzionali alla Camera, è intervenuto al Tg Plus di Cusano Italia Tv condotto da Aurora Vena.
Urzì (Fdi): “Sul presidenzialismo vogliamo discutere con le opposizioni”
Il presidenzialismo, ha ribadito Giorgia Meloni durante la conferenza stampa di fine anno, è una priorità del suo governo.
“Vogliamo realizzare il programma elettorale con cui ci siamo presentati agli elettori – continua il deputato di Fdi – dai quali abbiamo avuto la fiducia. La fiducia va ricompensata attraverso la realizzazione di ciò che ci promette e questo governo ha intenzione di fare le cose in maniera molto seria. Una riforma presidenziale permetterebbe di avere governi più efficaci. Su questo noi siamo molto fermi e lo abbiamo detto in modo altrettanto chiaro. Non potranno essere adottate tattiche che rinviino, senza una scadenza, il momento delle decisioni. C’è la necessità che questo Paese le sue decisione le prenda e noi vogliamo prendere queste decisioni anche insieme alle opposizioni ma sono loro le prime a dover dare la dimostrazione della loro buona volontà. I primi segnali non vanno esattamente in questa direzione ma noi non perdiamo la fiducia che questo possa accadere”.
Per arrivare riforma, secondo quanto riporta La Stampa, il piano della presidente del Consiglio prevede il passaggio da una bicamerale di 15 o 20 parlamentari.
“La Bicamerale – dice Urzì – nel passato è stata adottata quando c’era la necessità e la volontà di un forte coinvolgimento, da entrambi i rami del Parlamento, di tutte le componenti politiche. È la volontà politica. L’opposizione ci sta ad essere parte e protagonista di questo progetto di riforma oppure ricadrà nel solito cliché dell’opposizione pura e semplice? Questo è un atteggiamento che devono chiarire. Il canale prioritario rimane quello previsto dalla Costituzione, la doppia lettura di Camera e Senato. Poi starà alle cabine di regia politiche di eventuali soluzioni diverse e più coinvolgenti ma le parti politiche di minoranza devono dire se vogliono una riforma oppure arroccarsi sull’Aventino. Se fosse coì non staremo a guardare”.
Dal Nazareno però gli esponenti del Pd si dicono diffidenti all’ipotesi di una Bicamerale sul presidenzialismo.
“Nelle dichiarazioni di Letta e di Bonelli c’è una pregiudiziale – afferma il capogruppo Fdi in commissione Affari Costituzionali. Un pregiudizio prima di iniziare a discutere e questo è l’approccio classico di chi vuol fare l’opposizione e non la minoranza costruttiva come avevano detto. Avevano detto che si sarebbero comportati con responsabilità ma mettere i pali lungo sulla strada affinché il carro delle riforme non possa nemmeno partire, significa voler impedire che questo governa faccia quello che ha promesso agli elettori e per cui gli elettori ci hanno dato il consenso. Tra le tante cose che ci hanno delegato a fare c’è quello della riforma istituzionale e questo è quello che fare. La disponibilità a collaborare c’è tutta. I testi non ci sono ancora quindi è curioso che qualcuno da sinistra si senta nella condizione di porre censure prima di essersi seduto al tavolo per discutere della materia“.
Il progetto presidenziale, fortemente voluto da Fdi, corre in parallelo con l’autonomia che invece è una bandiera della Lega.
“Il progetto del semi-presidenzialismo – spiega Urzì – deve accompagnarsi a quello delle autonomie e viceversa. Perché questo permetterà di avere su più livelli una fortissima riforma del nostro Paese per renderlo più efficiente dal livello nazionale al livello regionale. Però bisogna anche dire con chiarezza che questi due progetti di riforma seguono due canali diversi. La riforma delle autonomie, che passa attraverso l’attuazione del dettato costituzionale, deve seguire la procedura legislativa ordinaria mentre per la riforma sul presidenzialismo servirebbe la procedura aggravata”.